Roma, 02 dicembre 2019 - Ritorna a crescere la produzione nazionale di olio di oliva dopo l'annata pessima del 2018, con i raccolti più che dimezzati anche a causa delle gelate e del maltempo. Le prime stime Ismea, realiz-zate in collaborazione con Unaprol, indicano una produzione di 321 mila tonnellate in aumento dell'84% sullo scorso anno. Lungi dall'essere considerato un anno "di piena carica", questo 2019 vede un oliveto Italia spaccato in due: da una parte aumenti cospicui al Sud, dall'altra una ridu-zione piuttosto pesante al Centro-Nord.
La ripresa produttiva parte essenzialmente dalla Puglia che rappresenta allo stesso tempo la regione più significativa in termini di volumi ma anche quella più penalizzata nella scorsa campagna a cau-sa delle gelate che hanno colpito pesantemente le aree a forte presenza olivicola. Nella regione la produzione è stimata in crescita del 165% con un quantitativo che dovrebbe sfiorare le194 mila ton-nellate. Anche in Calabria e in Sicilia, rispettivamente seconda e terza per ordine di importanza in termini quantitativi - seppur con volumi nettamente inferiori alla Puglia - la produzione dovrebbe registrare un incremento che oscilla tra 188% della Calabria e del 41% della Sicilia. In recupero la produzione anche nelle altre Regioni meridionali, mentre al Centro Nord, si prospetta un'annata in decisa controtendenza rispetto alla media nazionale.
A incidere negativamente sui raccolti sia la naturale alternanza sia le cattive condizioni climatiche che hanno accompagnato quasi tutte le fasi di sviluppo dell'olivo. Il risultato è che Toscana e Umbria sembrano limitare le perdite intorno al 30% mentre salendo più a Nord le riduzioni si fanno molto più pesanti, come il meno 60% in Liguria e il meno 80% in Veneto e Lombardia.