Roma, 8 marzo 2021
Produzione in aumento e di buon livello qualitativo per le arance italiane, ma la pezzatura ridotta e la grande disponibilità di prodotto estero deprime i listini all'origine. Sono questi i principali elementi che emergono da una ricognizione realizzata da ISMEA relativamente alla prima parte della campagna produttiva e commerciale delle arance.
L'aumento produttivo italiano dovrebbe essere compreso tra il 25 e il 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre a livello Ue si prevede un incremento del 6%.
Dopo un buon esordio del prodotto sul mercato, si è assistito a partire da dicembre a un calo generalizzato delle quotazioni all'origine - con perdite anche del 16% tra gennaio e febbraio rispetto allo scorso anno - che risparmia solo i prodotti di calibro medio-grande.
In questa congiuntura, risulta molto importante il ruolo svolto dall'industria dei succhi che, dopo l'azzeramento delle scorte dovuto a due campagne con scarsi raccolti, ritira e lavora ingenti quantitativi di arance, soprattutto frutti medio-piccoli, alleviando in tal modo la pressione dell'offerta.
Dalla domanda finale giungono segnali contrastanti: da un parte si rileva una netta ripresa degli acquisti sul canale domestico anche per il ruolo di integratore naturale di vitamine e antiossidanti che il consumatore riconosce ad arance e agrumi in genere e che la pandemia ha contribuito a valorizzare, dall'altra il parziale blocco della ristorazione ha ridotto sensibilmente la richiesta alla fase di ingrosso dalla quale si stima comunque che passi circa il 20% delle vendite.