Roma, 17 aprile 2020
Il 2019 è il secondo anno consecutivo per il quale emerge una lieve contrazione del patrimonio ovicaprino (-1,4%) associata a una evidente riduzione del numero di aziende attive (ne risultano chiuse circa 2.200 solo nel 2019 considerando nel complesso tutti gli orientamenti produttivi).
Il settore sconta una serie di debolezze strutturali, a cominciare dall'eccessiva frammentazione, che rendono impossibili economie di scala e non consentono di affrontare la variabilità dei costi di produzione e di avere un potere contrattuale adeguato con le fasi a valle della filiera, soprattutto la GDO per quanto riguarda le carni.