La diffusione del Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento dei contagi hanno posto le industrie mangimistiche in una situazione di grande vulnerabilità a causa delle difficoltà di approvvigionamento dovute alle limitazioni degli scambi.
Per la nuova campagna, le indicazioni più aggiornate dell'IGC circa la produzione mondiale di mais nel 2020, sebbene ancora provvisorie, evidenziano una lieve crescita a 1,15 miliardi di tonnellate (+2,8%). Gli Stati Uniti dovrebbero recuperare abbondantemente le perdite del 2019 (+8,1% a 374 milioni di tonnellate), mentre per l'Ue si profila una contrazione dei raccolti (-8% a 63 milioni di tonnellate) dovuta in larga misura alla Romania, dove si stima una flessione superiore al 30% rispetto allo scorso anno (a 10,4 milioni di tonnellate) e alla Bulgaria (-41,0% a 2,3 milioni di tonnellate).
È da segnalare anche la contrazione annua dell'offerta di mais dell'Ucraina (figura tra i principali paesi esportatori) che scenderebbero a 33 milioni di tonnellate nel 2020 (-8,0%). Riguardo la soia, i raccolti mondiali sono stimati in netto recupero a 370 milioni di tonnellate (+9,4% sul 2019); tutti i principali player evidenziano incrementi produttivi, soprattutto gli Stati Uniti, che dovrebbero tornare su livelli normali dopo il forte calo del 2019.