Dopo il crollo dell'economia globale nel secondo trimestre, nel terzo trimestre del 2020 lo scenario macroeconomico mondiale è migliorato grazie al rallentamento della pandemia, purtroppo interrotto già sul finire di ottobre, con la risalita dei contagi. Il Fondo monetario internazionale stima una flessione del PIL mondiale del 4,4% per quest'anno e un recupero del +5,2% nel 2021. In Italia, il calo del PIL dei primi nove mesi del 2020 è dell'8,3%, contenuto grazie a una marcata ripresa dell'economia nel terzo trimestre.
La fase di ripresa avviata a giugno e proseguita a luglio e ad agosto non è stata sufficiente a imprimere un segnale positivo agli scambi mondiali: nei primi otto mesi del 2020 la riduzione del commercio globale in volume è stata dell'8% su base annua.
Dopo aver toccato il minimo storico ad aprile (18,4$/barile), a partire da maggio il prezzo del petrolio (Brent) ha avviato una fase di ripresa fino ad agosto quando è arrivato a 44,7$ al barile, per poi diminuire a 40,9$ al barile a settembre; questo livello dei listini è ancora sotto del 33% rispetto al livello di settembre 2019.
Continua, invece, anche a settembre la ripresa dei listini internazionali delle commodity agricole (indice FAO) avviata a giugno; solo i prezzi dello zucchero sono in flessione, mentre quelli delle carni, dei prodotti lattiero-caseari, dei cereali e degli oli e grassi continuano ad aumentare.
In controtendenza i prezzi all'origine dei prodotti agricoli in Italia nel terzo trimestre del 2020, che perdono il 7,1% su base annua, spinti al ribasso dal paniere dei prodotti animali (-9,6%), in particolare animali vivi e lattiero-caseari, ma anche da quelli vegetali (-4,5%), la cui flessione è dovuta unicamente ai listini dell'olio e degli ortaggi (cfr. il paragrafo sulla congiuntura delle filiere agroalimentari).
Ancora in calo i prezzi dei mezzi correnti di produzione dell'agricoltura che nel terzo trimestre del 2020 sono diminuiti del 3,2% su base annua, secondo l'analisi dell'indice elaborato dall'Ismea. Il calo si deve soprattutto ai listini dei prodotti energetici e dei ristalli.
Il valore aggiunto del settore primario sia avvia a chiudere il 2020 con una nuova flessione dopo quella del 2019 (-1,7%). Nei primi tre trimestri del 2020 il settore ha subito tre flessioni tendenziali del valore aggiunto (-2,6%, -4,6% e -2,9%). Nel corso del 2020, il settore non è stato risparmiato dalle anomalie meteorologiche, che hanno compromesso le campagne della frutta estiva e di alcune orticole; a ciò si è aggiunta la dinamica negativa dei prezzi sopra citata.