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Agroalimentare - Ultime dal settore

Acquisti alimentari domestici +7,4% sul 2019

Roma, 11 marzo 2021

Il 2020 chiude con un aumento record degli acquisti di cibi e bevande consumati tra le mura domestiche.  Secondo i dati del Panel Ismea-Nielsen, la crescita della spesa delle famiglie è stata del 7,4% su base annua, la più alta dell'ultimo decennio, sotto la spinta delle forti restrizioni alle attività di bar e ristoranti e del diffuso ricorso allo smart working. Anche in avvio d'anno si evidenzia un gap molto positivo rispetto al periodo pre-Covid, con il mese di gennaio 2021 che ha fatto registrare un balzo di oltre il 10% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

A trainare la crescita nel 2020 sono stati soprattutto gli alimenti confezionati, con un aumento delle vendite in valore del +8%, pari a oltre 5 miliardi di euro in più sul 2019.All'incremento complessivo dell'insieme di prodotti (confezionati e sfusi) hanno contribuito, seppure con intensità diverse, tutti i comparti. In particolare, si registrano incrementi sopra la media per i proteici di origine animale, gli ortofrutticoli, gli olii e le bevande alcoliche, compreso il vino e aumenti sotto la media per i derivati dei cereali, i prodotti ittici e le bevande analcoliche.

Ma l'effetto Covid sulla distribuzione alimentare al dettaglio non si è manifestato solo con una tendenza all'aumento degli acquisti ma anche con una serie di cambiamenti nelle scelte del consumatore relative ai luoghi e canali di vendita. 

Il ritorno di studenti e lavoratori fuori sede alle loro città di origine e lo spostamento nelle seconde case ha privilegiato, ad esempio, le vendite nelle aree a più bassa urbanizzazione, dove gli acquisti sono cresciuti molto di più (+6,7%) rispetto ai grandi centri urbani (+0,3%) e alle città d'arte, quest'ultime penalizzate anche dall'assenza di turisti stranieri. Da segnalare inoltre il recupero degli acquisti presso i negozi di prossimità e le piccole superfici, che hanno ottenuto quasi il 20% in più sul 2019, e il boom dell'e-commerce, che ha più che raddoppiato il giro d'affari rispetto all'anno precedente.

Non è infine trascurabile l'impatto che la crisi economica indotta dalla pandemia sta avendo nel tessuto sociale. I nuclei economicamente più deboli, che fino a maggio avevano maggiormente sostenuto l'incremento delle vendite, hanno assistito a partire dalla seconda metà dell'anno a un progressivo declino, a fronte di un aumento della spesa a carico delle famiglie alto spendenti.

 
 

 

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