Roma, 17 marzo 2020
Nel 2020 l'adozione di misure di contenimento intraprese in maniera piuttosto diffusa a livello mondiale per arginare la diffusione della pandemia da Covid-19 ha determinato un rallentamento degli scambi internazionali e quindi anche delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari. Nonostante ciò, l'export nazionale di prodotti agroalimentari si è mantenuto in terreno positivo crescendo dell'1,7% sul 2019 e oltrepassando la soglia di 46 miliardi di euro. A fronte del netto calo delle importazioni, il saldo commerciale, strutturalmente in deficit, lo scorso anno ha registrato un surplus di circa 3 miliardi di euro. Il principale mercato di destinazione rimane la Ue, con acquisti durante lo scorso anno pari a poco più di 29 miliardi di euro, in aumento dell'1,4% rispetto l'anno precedente. L'incremento più consistente delle richieste di prodotti agroalimentari italiani deriva tuttavia dai paesi Terzi (+4,4%, per poco meno di 17 miliardi di euro). Tra i segmenti produttivi di maggior successo all'estero si segnalano le paste alimentari, i pomodori trasformati, le mele, l'uva da tavola, il kiwi e l'olio di oliva; al contrario, si sono ridotte le esportazioni di vini e formaggi stagionati. Questi risultati appaiono coerenti con i cambiamenti delle abitudini di consumo causati dalla emergenza sanitaria mondiale che ha determinato una maggiore domanda di prodotti per il consumo in casa (soprattutto pasta, trasformati di pomodori, ortofrutta e latticini) e la contrazione degli acquisti da parte della ristorazione (spumanti e vini di qualità, formaggi stagionati).