La dinamica positiva che il commercio mondiale ha avuto nell'ultima parte del 2020 è proseguita anche nei primi mesi del 2021, con un +5,3% tendenziale nel bimestre gennaio-febbraio (cfr. Central Bureau Planning). La crescita degli scambi è trainata dal comparto dell'industria, mentre le attività dei servizi, in particolare quelli legati al turismo, ritardano la ripresa, sotto il peso delle misure restrittive messe in atto.
Le dinamiche economiche sono ancora diversificate, con Cina e Stati Uniti in fase di ripresa già nel primo trimestre del 2021, mentre i paesi dell'Eurozona facevano ancora i conti con le misure di contenimento richieste dalla terza ondata dei contagi, evidenziando nell'insieme un calo tendenziale del PIL dell'1,8%, secondo le ultime stime Eurostat. Per l'Italia il calo del PIL è stato meno peggiore rispetto alla media, pari a -1,4%; gli indicatori economici sono previsti in rialzo, vista anche la ripresa della produzione industriale, che nei primi tre mesi del 2021 ha segnato un +10,6% su base annua per il manifatturiero nel complesso.
I prezzi delle materie prime internazionali stanno seguendo ormai da mesi una tendenza rialzista. Il prezzo del petrolio (Brent) è tornato al livello pre-Covid, a circa 65$/barile, notevolmente al di sopra del livello di aprile 2020, quando aveva toccato il picco più basso (18$/barile).Desta qualche preoccupazione, invece, l'andamento dei listini delle commodity agricole, che secondo l'indice FAO sono aumentati del 25% rispetto al livello di marzo 2020. A spingere verso l'alto i prezzi sono soprattutto i cereali, gli oli vegetali, lo zucchero e i lattiero-caseari. Le intenzioni di semina inferiori al previsto negli USA e le preoccupazioni per le condizioni dei raccolti in Sud America sono tra i fattori di crescita dei listini del mais, a fronte di una domanda in aumento e di scorte in riduzione. La forte richiesta, anche da parte dei produttori di biodiesel, spinge i listini degli oli vegetali, mentre la ripresa della domanda asiatica di burro e formaggi continua a far crescere i prezzi dei lattiero-caseari. Il progresso dei prezzi dello zucchero, invece, deriva da un aumento della domanda spinta dalle preoccupazioni per i danni da gelo alle coltivazioni di barbabietola francese e dal rallentamento delle operazioni di raccolta della canna in Brasile, primo esportatore mondiale.
I prezzi all'origine dei prodotti agricoli italiani, invece, sono risultati mediamente in calo del 3,2% rispetto al livello del primo trimestre del 2020. La diminuzione è stata per lo più di egual misura tra i prodotti vegetali (-3%) e quelli zootecnici (-3,3%). I prezzi dei mezzi correnti di produzione agricoli sono rimasti per lo più allineati al livello del primo trimestre 2020 (+0,2%), ma con dinamiche differenziate per le diverse voci di spesa, in particolare una riduzione dei prezzi dei ristalli e dei prodotti energetici, a fronte di un aumento tendenziale di quelli dei mangimi, delle sementi e piantine e dei concimi.
In crescita su base tendenziale anche la produzione dell'industria alimentare, con un +1,8% dell'indice calcolato dall'Istat relativo al primo trimestre del 2021. L'aumento dei ritmi produttivi è avvenuto soprattutto nel mese di marzo, con un incremento tendenziale dell'8,5%, tenendo tuttavia presente il confronto con il mese in cui è esplosa la pandemia in concomitanza a una riduzione della produzione anche per l'alimentare.