Il mercato nazionale delle carni bovine, dopo un 2020 anomalo, in cui alla tenuta dei volumi offerti si è contrapposto un contenimento dei valori medi, prosegue nel 2021 nelle analoghe condizioni. A fronte di un'offerta nazionale sostanzialmente stabile, per gli allevatori la partita si continua a giocare sul sul campo della redditività: soffrono i prezzi in allevamento con progressivi cali, mentre le quotazioni delle materie prime utilizzate per l'alimentazione degli animali crescono gradualmente, erodendo i già ridotti margini.
Non manca la preoccupazione per la pressione delle produzioni estere, che malgrado il diffuso incremento dei prezzi continuano comunque ad essere inferiori a quelli italiani e quindi a esercitare leva concorrenziale sui prezzi delle carni italiane. I flussi in entrata da oltreconfine si sono comunque notevolmente ridotti nel 2020, permettendo al mercato interno di mantenere un discreto equilibrio e un totale assorbimento dell'offerta nazionale. Misure di sostegno all'ammasso hanno altresì permesso il congelamento dei tagli invenduti.I consumi domestici hanno in buona parte compensato quelli mancati del "fuori casa", così anche alla distribuzione si è assistito a una maggior presenza di prodotto italiano, venduto a prezzi in sostanziale tenuta.