Roma, 9 settembre 2021
Maggiore attenzione all'ambiente e al benessere degli animali, spiccato orientamento verso il prodotto e il taglio naturale ed elevata fidelizzazione del cliente, sono alcune tra le prospettive che interessano il settore delle carni avicole e delle uova e che Ismea ha presentato ieri a Fieravicola, nell'ambito della tavola rotonda " Il futuro del mondo agricolo tra innovazione e convenienza", organizzata da Gdo week e Mark up.
In particolare - emerge dalla presentazione di Fabio del Bravo, responsabile della Direzione Mercati di Ismea - il pollame e le uova rappresentano due settori particolarmente dinamici, sia in termini di innovazione di prodotto che trend del consumo che più di altri prodotti di origine animale hanno saputo intercettare le preferenze dei consumatori in epoca Covid.
Tra i numeri che meglio rappresentano lo stato di salute del settore in Italia, basti citare, per quanto riguarda le carni avicole, il +5% del fatturato dell'industria e il +6% del consumo procapite, mentre le uova, che assieme alla farina, sono state tra i prodotti più gettonati durante la pandemia (+18% l' incremento in volume degli acquisti nel 2020 rispetto al 2019, con punte del 51% a marzo) si è assistito a un aumento del 13% dei capi allevati a fronte di un drastico ridimensionamento di quelli in gabbia (-24%).
Di contro, evidenzia sempre l'Ismea sulla scorta di un'indagine Cawi condotta sul consumatore, permane, in particolare per le carni, una carenza conoscitiva negli aspetti relativi alla fase allevamento: solo il 7% degli intervistati sa che i polli e i tacchini sono allevati a terra, il 60% pensa che ancora esistano allevamenti in gabbia e il 32% non sa nulla a riguardo.
Di seguito i documenti presentati a Fieravicola.