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Report - Consumi

Report n°5/2021

Il mercato dei formaggi a più di un anno dall'inizio dell'emergenza Covid-19

Per il comparto dei lattiero caseari il 2020 è stato un anno tra luci ed ombre. Positivo è stato nel complesso l'andamento della produzione di latte. Ad un inizio d'anno caratterizzato da un'eccedenza di produzione (con conseguente caduta dei prezzi), ha fatto seguito un periodo di ripresa dei consumi, alimentata soprattutto dalla domanda interna: il volume della produzione è così aumentato, secondo i dati ISTAT, complessivamente del 2,7% mentre sul fronte dei prezzi si è verificata una diminuzione dell'1,5%. 
Alla buona richiesta sul mercato interno si è poi affiancata una performance sui mercati esteri nel complesso positiva.
Il maggior tempo passato a casa e la maggior propensione alle preparazioni casalinghe hanno favorito senza dubbio i prodotti caseari destinati alle ricettazioni quali duri da grattugia e latticini, di contro però, referenze quali il latte fresco che avrebbero dovuto giovare delle maggiori colazioni fatte in casa, non hanno dato i risultati attesi. Il recupero dei consumi domestici non sembra quindi essere stato sufficiente a compensare i mancati consumi presso i canali dell'Horeca per tutti i prodotti. 
Nel primo semestre del 2021 i consumi di formaggi hanno avuto un generale ripiegamento rispetto al 2020 (-4,2% i volumi totali), dinamica piuttosto naturale e attesa dopo l'eccezionale annata pre-cedente in cui gli acquisti erano cresciuti del 10%.  Le dimensioni delle dinamiche sono piuttosto uniformi tra le categorie merceologiche, con flessioni in volume che vanno dal -3,9% dei formaggi freschi al -4,7% dei formaggi semiduri. Nel complesso emerge però, dal confronto con il 2019 come alcune referenze abbiano mantenuto meglio di altre le quote guadagnate in lockdown; è il caso dei latticini, maggior quota dei formaggi molli, che dopo il +13% del 2020 (sono la referenza che ha segnato il maggior incremento) hanno segnato la flessione meno importante nel primo semestre 2021, solo -3,9% mantenendo un vantaggio sul 2019 nel corso di tutti i sei mesi che si traduce nel complesso in un + 11%.