Roma, 5 Novembre 2021
Il mercato europeo dei suini è sotto pressione a causa dello squilibrio tra l'offerta abbondante e il rallentamento della domanda, soprattutto da parte della Cina, che continua a rappresentare la principale destinazione delle carni suine comunitarie. La buona disponibilità di prodotto cinese, dovuta sia a un aumento della produzione nazionale sia a un elevato livello degli stock di carni congelate, potrebbe determinare un ulteriore rallentamento delle importazioni nei prossimi mesi, facendo registrare, a fine anno, una variazione negativa dell'export - stimata tra il 10% e il 20% - rispetto ai livelli record del 2020.
Il mercato suinicolo italiano, pur non essendo ancora direttamente coinvolto nei flussi verso la Cina, a fine estate ha iniziato a risentire negativamente delle dinamiche internazionali che hanno interessato la carne suina fresca e i suinetti da ingrasso - di cui l'Italia è importatrice netta - con un ripiegamento dei listini dei capi vivi.
A livello nazionale l'andamento dei consumi di prodotti alimentari sta progressivamente ritornando alla normalità e a mano a mano che ci si allontana dai momenti più critici dell'emergenza Covid-19 sembrano riconfermarsi molte delle dinamiche prepandemia. In particolare, stanno risalendo gli acquisti per i piatti pronti e le pietanze che richiedono tempi ridotti di preparazione. Dei mesi del lockdown, però, gli italiani hanno tenuto alcune abitudini, continuando a spendere di più per cibi gourmet, per soddisfare il gusto o da consumare nei momenti di ritrovata convivialità, e per prodotti legati alla salute e al benessere personale.
Tutto ciò per i consumi domestici dei prodotti della filiera suinicola si sta traducendo in una variazione negativa sia per la carne fresca (-4% in quantità nei primi nove mesi del 2021) sia per i salumi (-1% in quantità). Per i salumi, tuttavia, è da sottolineare una dinamica assai variegata per le singole categorie, con una variazione positiva di spesa e quantità soprattutto per i prosciutti crudi. Il prodotto più venduto resta il prosciutto cotto, sebbene in calo. Da rilevare, inoltre, un ritorno al banco del fresco per i consumatori, segnato da una ripresa degli acquisti di salumi a "peso variabile" e da un contemporaneo calo delle preferenze per gli affettati confezionati in vaschetta (rispettivamente +1% e -2% in volume nei primi nove mesi del 2021).