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Carne bovina - Ultime dal settore

Carne bovina: in nove mesi torna a crescere l'offerta nazionale (+3,2%)


Il mercato nazionale delle carni bovine, dopo un 2020 anomalo in cui alla tenuta dei volumi offerti si è contrapposto un contenimento dei valori medi, prosegue nel 2021 con prezzi in netto rialzo nell'ultimo trimestre e con un'offerta estera meno pressante. A fronte di un'offerta nazionale sostanzialmente stabile, per gli allevatori la partita si continua a giocare sul campo della redditività: le quotazioni delle materie prime utilizzate per l'alimentazione degli animali e i prezzi dei ristalli crescono più velocemente dei prezzi di vendita, erodendo i già ridotti margini.
Non manca, comunque, la preoccupazione per la pressione delle produzioni estere che malgrado il diffuso incremento dei listini si posizionano su prezzi inferiori a quelli delle carni italiane. I flussi in entrata da oltreconfine si sono tuttavia notevolmente ridotti sia nel 2020 che nel 2021, permettendo al mercato interno di mantenere un discreto equilibrio e un totale assorbimento dell'offerta nazionale.

I consumi domestici, anche nel 2021, hanno in buona parte compensato quelli mancati del "fuori casa", così anche alla distribuzione si è assistito a una maggior presenza di prodotto italiano, venduto a prezzi in tenuta, con diversi spunti al rialzo.

L'andamento del mercato europeo

L'aumento dei prezzi dell'energia e dei trasporti e le conseguenze della diffusione della variante Delta del COVID-19, in particolare in Asia, stanno avendo un impatto dirompente sulle catene di approvvigionamento in tutto il mondo.
Anche il settore agroalimentare dell'UE deve far fronte all'impennata dei prezzi delle materie prime, sostenuta dalla ripresa delle economie degli Stati membri, della Cina e degli Stati Uniti.
In tale contesto, i prezzi dei prodotti di origine animale (di manzo, pollame e latticini) sono costi delle relativamente buoni, ma i margini rischiano di essere schiacciati dall'aumento dei costi dei mangimi (cereali, semi oleosi e panelli) e dei prodotti energetici.
Anche i prezzi dei bovini da macello stanno aumentando in tutta Europa grazie a una flessione dell'offerta e a una ripresa della domanda per la riapertura del canale della ristorazione. Relativamente all'offerta europea, nei primi 8 mesi del 2021, la produzione di carne bovina è diminuita dello 0,6% in volume su base annua, ma il quadro per singolo paese è molto diversificato.

Cresce l'offerta nazionale in un contesto di mercato più dinamico

L'offerta nazionale di carne bovina, dopo la contrazione del 2019 (-3,6%), e la stabilizzazione nel 2020, nei primi nove mesi del 2021 torna a crescere del 3,2%, riavvicinandosi ai livelli del 2018. Secondo i dati dell'Anagrafe Nazionale Zootecnica, nel periodo gennaio-settembre 2021 sono stati macellati poco più di 2 milioni di capi, ossia circa 62 mila capi in più rispetto al 2020 (+3,2%).
Cambia di nuovo la composizione dell'offerta: il numero di vitelli a carne bianca macellati recupera lo 0,4% dopo la flessione dell'1,8% dell'anno precedente; aumenta in misura importante il numero di vacche avviate al macello (+7%) grazie alla maggiore spinta della rimonta nel ciclo latte che vede un maggior ricambio del bestiame in produzione per una maggior produttività; per lo stesso motivo si nota una leggera flessione delle manze macellate.
In netto recupero il numero di vitelloni maschi (+5,7% dopo il -0,6% del 2020).

 
 

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