Roma 31 marzo 2022 - La zootecnia biologica risponde
pienamente agli orientamenti della Commissione europea verso la Transizione
verde. Per questa ragione le politiche agricole che si stanno attuando
sostengono lo sviluppo della zootecnia sostenibile con diverse operazioni sia
del primo che del secondo pilastro della Pac.
Lo studio- condotto da Ismea nel
2021- analizza la distribuzione del valore lungo la catena di produzione del
latte biologico a uso alimentare evidenziando come ci siano importanti margini
di crescita per il settore. Nonostante il latte biologico si sia ritagliato un
ruolo importante sullo scaffale dei supermercati l'incidenza non supera il 4%.
L'analisi inoltre ha evidenziato
come il prezzo alla stalla riconosciuto all'allevatore nel 2021 sia stato più
alto di circa il 35% rispetto al convenzionale ma comunque non sufficiente a
coprire i costi di produzione che spesso sono più del doppio.
Nel modello
produttivo più comune, ovvero quello dove la stalla cede il prodotto crudo a un
confezionatore privato o a una cooperativa, il margine netto è negativo per cui
è come se l'allevatore perdesse 0,017€ per litro di latte conferito. La
situazione migliora se nel bilancio si considerano i contributi pubblici e il
guadagno dato dalla vendita dei vitelli o degli animali a fine carriera.
La valutazione della filiera
integrata, cioè quella contraddistinta da una vendita diretta di latte da parte
delle aziende, mostra un quadro diverso caratterizzato da una marginalità
soddisfacente dovuta al prezzo di vendita mediamente più alto e dalla riduzione
dei passaggi lungo la filiera. Per ovvie ragioni però questo modello veicola
volumi residuali e contraddistingue solo le realtà produttive medio piccole.