Roma, 27 aprile 2022
Nonostante il contemporaneo
aumento delle importazioni (+11,8%), nel 2021 il saldo della bilancia
commerciale si è mantenuto per il secondo anno di fila positivo, con un
surplus di 3,5 miliardi di euro, dopo essere stato a lungo in deficit. Al risultato,
sottolinea l'Ismea, ha contribuito esclusivamente l'industria alimentare, mentre
il settore agricolo ha peggiorato di circa 1 miliardo di euro il proprio disavanzo,
che ha raggiunto il valore di 8,5 miliardi di euro.
Guardando alle principali
destinazioni dell'export nazionale, l'Ue si conferma il mercato più
importante per i prodotti agroalimentari italiani, con 29,3 miliardi di euro,
corrispondenti a circa il 56% delle esportazioni complessive del settore (+12%
sul 2020).
Più nel dettaglio, risultano
in forte crescita le spedizioni verso la Germania (+8,2%), primo paese cliente
italiano in assoluto con circa 8,5 miliardi di euro di vendite e la Francia
(+8,4%), che assieme assorbono il 27% dell'export nazionale. Da segnalare anche
il forte incremento delle esportazioni verso Polonia, Spagna, Paesi Bassi e
Belgio.
Nello stesso anno le
spedizioni verso i Paesi extra-UE sono cresciute dell'11,5% attestandosi a
circa 23 miliardi di euro; gli incrementi più significativi si osservano per
Cina (+26,8% per poco più di 643 milioni di euro) e USA (+14,8% per 5,6
miliardi di euro).
L'analisi dei dati per comparto
produttivo evidenzia per i "cereali, riso e derivati" una crescita annua
del 7,1% con 7,8 miliardi di euro nel 2021, da ricondurre in gran parte ai
prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria. Al contrario, cedono gli
invii di paste alimentari secche (-6,2% per 2 miliardi di euro) e di riso
lavorato/semilavorato (-2,3% per 529 milioni di euro), dopo gli ottimi
risultati del 2020.