All'inizio del 2022 agli effetti della crisi sanitaria in attenuazione, si è sovrapposto il conflitto tra Russia e Ucraina che ha aumentato l'incertezza e accentuato fortemente le tensioni nei mercati delle materie prime. La guerra in Ucraina ha innescato una costosa crisi umanitaria e, allo stesso tempo, prodotto danni economici che contribuiranno a un significativo rallentamento della crescita globale e all'inflazione nel 2022. I prezzi di carburante e cibo sono aumentati rapidamente a livello internazionale, colpendo più duramente le popolazioni vulnerabili nei paesi a basso reddito.
Le previsioni di crescita del Pil nell'area euro, per il 2022, scendono dal +4%, stimato il 10 febbraio scorso prima dell'attacco russo all'Ucraina, al +2,7%. Per l'Italia, la crescita del Pil passerà dal +4,1% previsto prima del conflitto, al +2,4%. Il ritorno dell'economia ai livelli di produzione pre-crisi pandemica è quindi rimandato per lo meno alla seconda metà del 2022.
Anche il settore agroalimentare, in questo primo quarto del 2022, risente delle conseguenze del conflitto russo-ucraino, soprattutto del protrarsi della forte instabilità dei mercati delle materie prime agricole e dei prodotti energetici e dei conseguenti impatti sui costi, ma i principali indicatori degli affari restano positivi nel primo trimestre. Il valore aggiunto del settore primario ha fatto segnare un lieve aumento su base annua, mentre nello stesso periodo il numero degli occupati è calato rispetto ad un anno fa. Per quanto riguarda la fase di trasformazione, l'indice della produzione industriale del settore alimentare tra gennaio e marzo 2022 aumenta su base tendenziale.
Continua l'espansione delle vendite all'estero dell'agroalimentare made in Italy, ma durante questo primo trimestre dell'anno aumenta in particolare il valore delle importazioni agroalimentari nazionali, soprattutto per i prodotti del comparto cerealicolo e delle colture industriali.