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Agroalimentare  - Ultime dal settore

Agrimercati: tensioni al rialzo su tutti i mercati nel primo trimestre del 2022

Roma, 13 luglio  2022
Il settore agroalimentare, in questo primo trimestre del 2022, risente delle conseguenze del conflitto russo-ucraino, soprattutto del protrarsi della forte instabilità dei mercati delle materie prime agricole e dei prodotti energetici e dei conseguenti impatti sui costi.
I principali indicatori degli affari restano tuttavia positivi nel periodo osservato, con un lieve aumento valore aggiunto agricolo su base annua e un incremento e dell'indice della produzione industriale del settore alimentare.
Continua l'espansione delle vendite all'estero dell'agroalimentare made in Italy, ma durante questo primo trimestre dell'anno aumenta in particolare il valore delle importazioni agroalimentari nazionali, soprattutto per i prodotti del comparto cerealicolo e delle colture industriali.
Scendendo nel dettaglio dei vari settori produttivi, il conflitto tra Russia e Ucraina sta determinando un'ulteriore pressione sui mercati internazionali dei cereali già da mesi caratterizzati da forti rincari. A livello globale, la produzione di frumento duro è prevista in crescita nel 2022/23, con un pieno recupero della forte contrazione dell'offerta canadese dello scorso anno; mentre la produzione di frumento tenero potrebbe diminuire per la prima volta in quattro anni. A livello nazionale, le stime delle superfici seminate tra ottobre 2021 e gennaio 2022 indicano una flessione per il frumento duro, un lieve aumento per il frumento tenero e un aumento più consistente per le superfici destinate a orzo.
Per quanto riguarda il vino i dati produttivi di marzo 2022 hanno confermato il primato produttivo italiano anche per la campagna 2021/22. Nei primi mesi del 2022, il livello dei prezzi è stato nettamente più elevato rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto alle quotazioni dei vini DOP (in primis il Prosecco), ma a cui hanno contribuito anche i vini comuni. Dopo l'ottima performance del 2021, continua a crescere l'export del vino italiano, nonostante le difficoltà dei noli, la mancanza di vetro e l'aumento generalizzato dei costi. Tuttavia, nel mese di marzo lo scoppio del conflitto in Ucraina ha provocato un forte rallentamento degli scambi con l'estero.
Relativamente agli oli di semi e dei raffinati dell'olio d'oliva, i listini già in tensione nel 2021, hanno ricevuto un'ulteriore spinta nei primi mesi del 2022, come diretta conseguenza dello scoppio del conflitto. Il crollo dell'offerta da parte dell'Ucraina di olio di girasole e del mais ha innescato una tendenza rialzista anche dei prodotti succedanei (tra cui l'olio di oliva per l'industria alimentare.
Risultano poi in aumento i prezzi per tutte le categorie di carne bovina, in linea con quanto sta avvenendo in ambito europeo. Sul fronte dei costi, si evidenzia un peggioramento della situazione economica aziendale dovuta all'aumento dei prezzi dei ristalli, oltre a quello dei mangimi e degli energetici. Tensioni al rialzo si osservano anche sul mercato nazionale delle carni suine, a seguito di un calo dell'offerta dovuto al rallentamento delle attività di ingrasso e di macellazione per far fronte al forte aumento dei prezzi delle materie prime destinate all'alimentazione del bestiame (mais, soia, orzo). Dopo un ottimo 2021, le esportazioni dei salumi made in Italy continuano a crescere anche nel primo trimestre 2022. La filiera avicola risente del forte impatto dell'impennata dei prezzi delle materie prime, dato che il costo dell'alimentazione pesa per circa il 60% sui costi totali di produzione. Si registra una temporanea contrazione dell'offerta dovuta anche all'insorgere di patologia aviaria in molti allevamenti nazionali. Per le carni ovicaprine il mercato dei primi tre mesi del 2022 è stato all'insegna della fluttuazione e all'instabilità. Si è passati da un gennaio con domanda interna quasi inesistente ad un marzo in cui la stessa ha toccato livelli elevati che hanno costretto alla ripresa delle importazioni, malgrado i prezzi europei si attestassero su livelli elevati.  
 La produzione di latte bovino risulta in calo nei principali paesi esportatori, a causa dell'impennata dei prezzi degli input e delle avverse condizioni meteorologiche in alcuni bacini produttivi che hanno impattato sia sulle rese sia sulla disponibilità di pascolo. A livello nazionale, gli allevatori stanno rallentando la produzione per contenere le perdite e per far fronte alle difficoltà di approvvigionamento dei mangimi. Le esportazioni di formaggi e latticini italiani hanno continuato a crescere anche nei primi tre mesi del 2022.
Il prezzo del latte ovino cresce, ma l'incremento dei costi di produzione e la scarsa disponibilità di mangimi e foraggi, anche in considerazione della stagione particolarmente siccitosa, stanno allarmando anche gli allevatori di ovini. Continua la dinamica fortemente positiva per i prezzi del Pecorino Romano, soprattutto grazie alla ripresa dell'export verso gli Stati Uniti.

 

 

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