Roma, 27 febbraio 2023
Il 2022 chiude con un aumento
record della spesa alimentare domestica: +6,4% sul 2021, secondo solo al dato
registrato nell'anno del confinamento domestico causato dal Covid. L'incremento
della spesa, inferiore al tasso di inflazione, riflette una diversa composizione
del carrello e una riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, in
risposta alla perdita di potere di acquisto.
In particolare, sottolinea l'ISMEA
sulla base dei dati dell'Osservatorio sui consumi ISMEA-NielsenIQ, sono stati i consumatori e i nuclei
familiari più giovani a fare i sacrifici maggiori. I giovani singles hanno
"alleggerito" il carrello del 6,4% rispetto al 2021 e anche per le cosiddette new
families (quelle con bambini in età pre-scolare) gli acquisti si sono ridotti
del 3,6% rispetto al 2021, segnando un -6,3% rispetto a Pre-covid.
Tra le varie categorie
merceologiche, è aumentato soprattutto lo scontrino relativo alla pasta e
derivati dei cereali (+11,6), olii (+16,7%), bevande analcoliche (+12,4%), carni
(+9,9%) e prodotti lattiero caseari (+8,6%), in molti casi in presenza di
volumi di acquisto stabili o inferiori rispetto all'anno precedente. Incrementi
di minore intensità hanno interessato il reparto ortofrutticolo (+3%), mentre i
vini e i prodotti ittici sono gli unici a segnare una concreta riduzione della
spesa, -2% nel primo caso, -3,4% nel secondo caso, con variazioni negative
soprattutto per il segmento del fresco.
In generale l'aumento della spesa
risulta maggiore per i prodotti confezionati rispetto a quelli sfusi (+6,9% vs
il +5,2% dello sfuso), per effetto dei rincari che hanno colpito anche i
materiali di confezionamento e la logistica.