Roma, 26 aprile 2023
Contesto globale ed europeo
A livello europeo la produzione di carni avicole appare pressocché stabile nel 2022 rispetto
all'anno precedente (+0,3%), dopo la costante crescita nel decennio 2010 - 2020 e il sensibile
ripiegamento nel 2021 (-1,9%).
Situazione produttiva in Italia
In termini produttivi, il 2022 è stato un anno particolarmente negativo per il settore nazionale
delle carni avicole. L'offerta italiana di pollame, infatti, ha fatto registrare una pesante flessione
posizionandosi quasi il 12% al disotto della produzione del 2021, segnando così il livello "minimo" degli ultimi dieci anni. Alla base dell'eccezionale calo del prodotto della macellazione
nazionale, oltre al sostanzioso aumento dei costi, ci sono problematiche di carattere sanitario.
Andamento dei prezzi
Nel 2022, al calo dell'offerta di prodotto degli allevamenti italiani si è gradualmente contrapposta una domanda interna che, dopo il lungo periodo di crisi, si è manifestata in progressivo
consolidamento. Contestualmente, i prezzi dei mezzi di produzione (soprattutto mangimi ed
energetici) hanno segnato un'impennata che si è tradotta in un consistente aumento dei costi
di produzione. Di qui, la rapida e rilevante crescita dei listini. Nel 2023 sensibili riduzioni per i
prezzi per i polli (-22,8% a marzo su marzo 2022) e per i tacchini (-13,2%)
Commercio estero
La crescita dei listini nazionali e la scarsa disponibilità di offerta interna hanno, naturalmente,
incoraggiato anche le importazioni, cresciute in misura eccezionale. Il notevole "appeal" del
mercato interno ha di contro favorito un netto rallentamento dell'export (-24% circa vs 2021). Il
settore chiude quindi l'anno con un leggero peggioramento del saldo della bilancia commerciale, che entra per la prima volta in terreno negativo con un deficit di 15,5 milioni di euro.
Acquisti domestici
I consumi domestici di carni avicole hanno mostrato una sostanziale tenuta dei volumi nel 2022
malgrado il sostanziale aumento dei prezzi (-0,2% i volumi e +18% la spesa). Nel primo bimestre
dell'anno la spesa per le carni avicole è stata più alta del 24% rispetto al periodo gennaiofebbraio 2022. La domanda al consumo ha mostrato ancora una volta la sua solidità, con un
recupero di oltre il 12% sui volumi registrati nell'analogo bimestre 2022.
Prospettive
Sebbene i prezzi dei mangimi risultino in diminuzione rispetto alla seconda metà del 2022, si
prevede comunque una fase caratterizzata da costi di produzione relativamente elevati. A ciò
si aggiungono le difficoltà riscontrate in diverse regioni nel reperire animali da riproduzione,
con possibili conseguenze sulla futura produzione. Essere leader in termini di efficienza, approvvigionamento, formulazione dei mangimi, biosicurezza e flessibilità potrebbe fare una
grande differenza in condizioni di produzione ad alto costo