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Report - Scambi con l'estero

Gli scambi con l'estero del settore agroalimentare italiano: fattori di competitività e prospettive in un contesto di crisi

Roma, 27 aprile 2023

Tra il 2011 e il 2019, prima dell'irrompere del Covid-19, il commercio mondiale è cresciuto in un contesto di generale stabilità dei prezzi internazionali e di bassa inflazione nei paesi avanzati. Nello stesso periodo il PIL mondiale, pur non raggiungendo la dinamica del decennio precedente, è cresciuto mediamente di circa il 3% all'anno. Le relazioni commerciali sono state favorite da numerosi accordi internazionali che hanno promosso una crescente integrazione di molti paesi emergenti.

Il settore agroalimentare ha contribuito alla crescita degli scambi mondiali, con un valore che nell'ultimo decennio è aumentato a un tasso medio annuo superiore rispetto alle esportazioni complessive di beni e servizi. Anche per l'Italia i prodotti agroalimentari sono stati trainanti, con un aumento del loro peso sulle esportazioni totali. La pandemia da Covid-19 ha avviato una epoca di forte instabilità: all'iniziale effetto depressivo sull'economia mondiale e sui flussi di commercio, è seguita un'improvvisa e intensa ripresa della domanda che, insieme a una serie di fattori concomitanti di natura strutturale, congiunturale e anche speculativa, ha portato nella seconda metà del 2021 a un'impennata dei prezzi di tutte le materie prime.

In questo contesto, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha avuto un impatto a dir poco dirompente, determinando un ulteriore aumento dei prezzi delle commodity energetiche e agricole che ha alimentato le spinte inflazionistiche dal lato dei costi e ha ridimensionato le prospettive di crescita mondiale. Più in generale, il conflitto russo-ucraino ha innescato forti elementi di incertezza nello scenario geo-politico globale che potrebbero ridisegnare i flussi commerciali e modificare le catene globali di approvvigionamento, già messe a dura prova dal Covid-19. A seguito di tale evoluzione, lo scenario attuale è caratterizzato da pressioni inflazionistiche generalizzate, per lo più provenienti dal lato dei costi, ma anche (come nel caso degli Stati Uniti) alimentate dal lato della domanda, a cui le Banche Centrali hanno risposto con un cambio di rotta dopo anni di politiche monetarie e creditizie espansive.

Già nel secondo trimestre del 2022 si è avuto un rallentamento della crescita negli Stati Uniti e si è riscontrato l'impatto economico negativo della rigorosa politica "zero Covid" del governo cinese, mantenuta per tutto il 2022; dal canto suo, l'economia dell'UE fin da subito ha mostrato la sua vulnerabilità agli sviluppi dei mercati dell'energia, in ragione della sua dipendenza dai combustibili fossili di provenienza russa. Gli effetti dell'inflazione e la conseguente erosione del potere d'acquisto delle famiglie, gli alti costi energetici e i rialzi nei tassi d'interesse alimentano previsioni di recessione. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook, ottobre 2022) la crescita del PIL mondiale si sarebbe attestata al 3,2% per il 2022 e scenderà al 2,7% nel 2023, dopo il 6% registrato nel 2021. Il rallentamento sarà evidente soprattutto nelle economie avanzate, mentre si prevede una crescita stabile per i paesi emergenti.

In questo quadro, il settore agroalimentare assume un ruolo di protagonista, in ragione dell'ormai condivisa consapevolezza della sua valenza strategica: infatti, prima il Covid, con il lockdown e i rallentamenti della logistica e delle attività economiche, poi il conflitto russo-ucraino e le incertezze ad esso associate hanno riportato alla ribalta il tema della sicurezza degli approvvigionamenti alimentari e i problemi derivanti dalla dipendenza dall'estero per alcune produzioni essenziali.

Con riferimento alle produzioni agricole, la guerra sta interessando una regione di notevole importanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione globale, anche se il pericolo della riduzione delle forniture di derrate (in particolare di cereali) riguarda soprattutto alcuni paesi dell'Africa, strutturalmente dipendenti dalle importazioni da Russia e Ucraina. Le ripercussioni del conflitto, insieme al ruolo dell'Ucraina e della Russia nel commercio internazionale di prodotti agroalimentari - sia in generale che per l'Italia - sono descritte nel primo capitolo di questo Rapporto, in cui si ripercorrono gli eventi dallo scoppio della pandemia nel 2020 alla situazione dell'autunno del 2022. In particolare, si mostra come le conseguenze per l'Italia della guerra russo-ucraina non sono tanto collegate ai volumi di interscambio con i due paesi in modo diretto, ma sono soprattutto indirette, per gli sconvolgimenti dei mercati delle commodity energetiche e agricole a livello globale, i cui prezzi sono aumentati a livelli mai sperimentati nel decennio, neanche durante la crisi del 2008.


 
 

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