Roma, 29 maggio 2023
Contesto globale ed europeo
A dicembre 2022, per il terzo anno consecutivo, il patrimonio ovicaprino dell'UE ha mostrato un calo significativo - con circa 1,5 milioni di capi in meno rispetto all'anno precedente -, che ha interessato soprattutto Spagna e Francia. La produzione di carne ovicaprina è diminuita solo dello 0,6% nel 2022, come conseguenza di andamenti contrapposti nei principali Paesi produttori.
Situazione produttiva in Italia
Sul territorio nazionale risultano presenti circa 7,2 milioni di capi (-6,5% rispetto al 2018), di cui poco più di 1 milione di caprini e circa 6,15 milioni di ovini. A livello territoriale, circa il 70% del patrimonio si localizza in quattro regioni. Gli allevamenti ovicaprini attivi a fine 2022 sono stati 132.318, pari al 7,2% in meno rispetto a cinque anni fa (-10.332).
Nel 2022 si è significativamente ridotto il numero di capi avviati al macello (-8,5% rispetto all'anno precedente).
Andamento dei prezzi
I prezzi all'origine degli agnelli nelle settimane precedenti la Pasqua 2023 hanno raggiunto la quotazione massima di 5,68 €/kg peso vivo (per la categoria kg 8-12), registrando una variazione negativa (-6,3%) rispetto alla stessa fase della campagna precedente. Più intenso il calo registrato dalla categoria degli agnelli di 12-20 kg, che, avendo toccato il livello di 4,53 €/kg peso vivo, ha segnato un -9,6% rispetto alla Pasqua 2022.
Commercio estero
La minore disponibilità di capi nazionali ha sostenuto le importazioni di ovini vivi, che dopo tre anni consecutivi di flessione, hanno registrato un +19,6% nel 2022. In aumento anche delle importa-zioni di carni (+21,3% in volume).
Acquisti domestici
Nel 2022 è proseguita la flessione dei consumi (-25% in volume e -17% la spesa), confermando la dinamica negativa degli ultimi cinque anni. Nel primo trimestre 2023 si è attenuata la spinta sui prezzi, anche come conseguenza di una maggiore pressione di prodotto estero, e i volumi esitati nel canale retail nel periodo pre-pasquale sono stati superiori a quelli dell'anno precedente (+1,5%).
Prospettive
Il settore della carne ovicaprina sconta una serie di debolezze strutturali, a cominciare dall'ecces-siva frammenta-zione dell'offerta, che rendono irrealizzabili economie di scala, non consentono di affrontare la variabilità dei costi di produzione né di avere un potere contrattuale adeguato soprat-tutto nei confronti della GDO.
Esistono, tuttavia, diverse opportunità: innovazione, cooperazione, informazione e sostenibilità sono le parole chiave identificate dagli operatori per un approccio costruttivo volto allo sviluppo e al miglioramento della filiera delle carni ovicaprine.