Roma, 5 giugno 2023
Il primo trimestre del 2023, fa
registrare una sostanziale stabilità del valore aggiunto agricolo, dopo il calo
registrato nell'ultimo scorcio del 2022, ma le prospettive future risultano
pesantemente condizionate dal decorso meteoclimatico che ha avuto la sua
espressione più dannosa negli eventi calamitosi che hanno colpito ampie parti
dell'Emilia Romagna nel mese di maggio. Secondo
le indicazioni che provengono dall'ultimo report Agrimercati di ISMEA
appena pubblicato, pur in assenza di una conta ufficiale dei danni, gli
impatti sulle diverse produzioni nazionali potrebbero essere elevati, specie in
considerazione di lunghi tempi per il ripristino di una situazione di normalità
e della concreta possibilità, per alcuni frutteti, che si debba effettuare l'espianto
e il reimpianto, che richiederebbe dai 3 ai 5 anni per l'entrata in
produzione.
D'altronde, si legge nel report,
nelle quattro province più colpite dell'Emilia Romagna - Ravenna, Cesena-Forlì,
Rimini e Bologna - si localizza, sulla scorta dei dati del 2022, oltre la metà
della superficie investita a vite da vino regionale ( 4,5% della superficie a
vite nazionale), il 64% della superficie regionale investita a frutta fresca
(quasi l'8% del totale Italia), il 65% delle superfici regionali a piante da
tubero (6% del totale), il 60% della superficie regionale a legumi secchi (4,5%
del totale) e oltre un quarto della superficie regionale a ortaggi in pien'aria
(3% del totale). Ancora più rilevante l'impatto sui seminativi considerando che
la superficie a frumento tenero in queste quattro province rappresenta quasi
l'11% del totale nazionale e quella a barbabietola da zucchero il 28% del
totale Italia; meno rilevante l'impatto potenziale per mais, orzo e soia.
Per
quanto riguarda la zootecnia, è soprattutto il settore avicolo che potrebbe
subire le maggiori conseguenze, dato che in quelle province si localizza l'80%
dei capi della regione, che rappresentano ben il 13% dei capi nazionali. L'alluvione
ha colpito pesantemente anche la filiera della carne bovina, dato che nelle province
coinvolte sono censiti circa 8.000 capi di razza Romagnola che afferiscono al
circuito del Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale Igp. In definitiva,
un'area estesa e particolarmente importante per il settore dalla cui conta dei
danni deriverà anche l'impatto più o meno rilevante sulla futura produzione del
settore agricolo nazionale.
Per quanto attiene invece alle
dinamiche nazionali, si conferma nel primo trimestre del 2023 un graduale
rallentamento della crescita dei prezzi agricoli (+7% su base annua in base
all'indice ISMEA), dopo il + 14% del quarto trimestre 2022 e +21,5% di crescita
media registrata nell'interno anno. A sostenere l'incremento delle quotazioni,
è il comparto zootecnico a fronte di una lieve flessione di quello delle coltivazioni.
Prosegue anche la tendenza
all'aumento dei costi a carico delle aziende agricole, seppur in decelerazione
rispetto alle dinamiche del 2022. Secondo l'indice ISMEA dei prezzi dei mezzi
correnti di produzione il primo trimestre di quest'anno chiude con una crescita
+14,3% su base annua, dovuta ancora in buona parte ai listini dei prodotti
energetici (+28%), servizi agricoli (+22%) e dei mangimi (+19%).
Sul fronte del consumo finale
resta ancora elevata l'inflazione nel carrello della spesa degli italiani.
Secondo i dati dell'Osservatorio sui consumi alimentari ISMEA - NielsenIQ nel
primo trimestre di quest'anno i consumatori hanno speso in alimenti e bevande
nel canale domestico circa due miliardi di euro in più (+8,6%) rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, evidenziando una crescita allineata al dato
dell'inflazione di marzo rilevato da ISTAT per i prodotti alimentari e le
bevande (+8,7%).
Sulla scia degli aumenti dei
prezzi e di una domanda estera ancora tonica, prosegue la tendenza positiva
delle nostre esportazioni agroalimentari (+11,6% su base annua). Tra i prodotti
di maggior successo all'estero si confermano paste alimentari, vini, caffè
torrefatto, formaggi stagionati e prodotti da forno, per cui il valore
dell'export continua a mostrare una dinamica molto positiva, in gran parte
dovuta all'aumento dei prezzi, ma anche a volumi in crescita. Nei primi tre mesi
del 2023 aumentano anche le importazioni (+12,5% su base annua), contribuendo
ad aumentare il deficit della bilancia commerciale del settore.
Infine, l'indagine trimestrale sulle
opinioni delle aziende agricole e dell'industria agroalimentare del panel Ismea
mette in luce un miglioramento della fiducia degli operatori rispetto al quarto
trimestre del 2022, un ottimismo rivolto soprattutto all'andamento degli affari
nei prossimi 2-3 anni e alle aspettative di produzione future. Tuttavia, resta
elevata l'incidenza degli intervistati che dichiara di avere incontrato
difficoltà nella gestione aziendale negli ultimi tre mesi a causa degli elevati
costi di produzione e delle condizioni meteorologiche avverse.