Roma, 3 agosto 2023
ISMEA pubblica i due report Tendenze
sul frumento duro e tenero, con gli ultimi aggiornamenti sulle dinamiche
dei prezzi all'origine, sulla situazione dei raccolti in Italia e nel mondo e
le prospettive future alla luce dello stop di Mosca all'intesa per
l'esportazione di grano attraverso il Mar Nero dai porti ucraini.
Per il grano duro, si legge nel
report, dopo la fiammata dei prezzi del biennio 2021-2022, nel 2023 il mercato
si è ridimensionato sulla scia del medesimo andamento delle commodity agricole
ed energetiche. I prezzi del frumento duro, cresciuti nello scorso anno
soprattutto per il crollo della produzione del Canada, a partire dall'autunno
2022 si sono ridotti a causa della ripresa dei raccolti nordamericani e della
maggiore disponibilità a livello globale. Per il grano tenero, i prezzi hanno invertito
la tendenza alla crescita a partire dai primi mesi del 2023, ma le crescenti
tensioni legate al mancato rinnovo dell'accordo sul grano ucraino e le prime
indicazioni sul peggioramento dei fondamentali stanno nuovamente innescando una
corsa ai rialzi.
In Italia, intanto, i raccolti di
frumento duro dovrebbero aumentare nel 2023 in ragione soprattutto della
crescita delle superfici, incoraggiata dai prezzi elevati dello scorso autunno
che hanno positivamente orientato gli investimenti, ma sussistono diffuse
preoccupazioni sul profilo qualitativo della granella compromessa dalle piogge
di maggio e giugno. Situazione analoga per il tenero, stimato in crescita dai
dati provvisori diffusi recentemente dall'Istat (+11,6% le superfici e +10,6% i
raccolti a 3 mln/t), ma su cui incombono le medesime preoccupazioni relative
all'impatto delle piogge tardo primaverili.
Per entrambi i prodotti, le
quotazioni di luglio, mese che segna l'avvio della nuova campagna produttiva,
registrano variazioni positive, sulla scia delle stime al ribasso sui raccolti
mondiali, e - segnatamente per il grano tenero - dell'attuale blocco sul Mar Nero,
oltreché per il deludente risultato qualitativo atteso a livello nazionale.
Per il proseguo della campagna
2023/24 è verosimile supporre, per quanto concerne il frumento duro, il
mantenimento degli attuali livelli di prezzo o, quantomeno, escludere evidenti
flessioni. Si prospettano, infatti, elementi di criticità determinati dalla
contrazione dell'offerta globale, soprattutto in alcuni paesi del Nord Africa
che sono anche grandi consumatori, ma anche del Nord America dove il clima
particolarmente secco sta destando molte preoccupazioni.
Per il grano tenero, di cui
l'Italia è strutturalmente deficitaria (l'import compre il 60% del nostro
fabbisogno) lo scarso livello qualitativo che si prefigura per i raccolti
nazionali nel 2023 potrebbe determinare una spinta aggiuntiva all'import,
esponendo maggiormente L'Italia alle possibili turbolenze sui mercati
internazionali.
Facendo unicamente riferimento
alle dinamiche dei fondamentali attualmente prospettate, il calo dei raccolti
mondiali, il lieve incremento della domanda e la flessione attesa delle scorte
per il 2023/24, rappresentano di certo degli elementi di criticità, ma non
sembrerebbero di entità tale da giustificare, da soli, variazioni significative
dei prezzi.