Roma, 18 ottobre 2023
Lieve
miglioramento delle vendite di vino nella Grande distribuzione italiana nei mesi
estivi che portano il cumulato dei primi nove mesi di quest'anno, con un
tendenziale in volume a -3,4% (nel semestre la perdita era del -3,9%) per un
controvalore, sospinto dal caro prezzi, di 2,1 miliardi di euro che lascia la
variazione a +3,4%. I vini fermi, rileva l'Osservatorio Uiv-ISMEA su base
Ismea-Nielsen-IQ, segnano un -3,9% nei volumi (+2,6% i valori) mentre risale la
tipologia spumanti, a +0,6% nelle quantità e a +6,2% nei valori (a 455 milioni
di euro).
Secondo l'analisi
dell'Osservatorio, permane un atteggiamento prudente dei consumatori tra gli
scaffali, con acquisti "difensivi" che privilegiano i prodotti in promozione o alcune
tipologie più convenienti a scapito di altre. È il caso degli spumanti low cost
("Charmat non Prosecco", con 25 milioni di litri acquistate), che hanno ormai
superato nelle vendite in volume anche il Prosecco Doc (24,8 milioni, comunque
in risalita) e che si stanno sempre più affermando non più solo nei discount ma
anche nei canali iper e super. Oppure denominazioni importanti come il Chianti
Classico (volumi a -13,2%), o ancora il Conegliano Valdobbiadene Prosecco (-14,5%) che cedono quote
a indicazioni geografiche o vini comuni che propongono prezzi più accessibili.
Nel complesso, i listini rimangono alti (+7% sul pari periodo 2022) e non è un
caso se in generale si assiste a una maggior tenuta delle vendite laddove i costi
sono più limitati. Per esempio, osserva l'analisi, l'unico formato a crescere
tra gli scaffali, per i vini a denominazione come per quelli comuni, è quello di
plastica e bag in box che in media presentano un prezzo di 1,8 euro/litro. Tra
le tipologie, in quantità fanno leggermente meglio della media (-3,9%) i vini
bianchi (-3%), i rosati (-3,6%) mentre ancora in difficoltà risultano i rossi
(-4,8%). Gli spumanti virano in positivo (+0,6%) ma la crescita riguarda, oltre
all'Asti (+4,5%), solo i già citati "Charmat non
Prosecco", senza i quali anche il comparto bollicine pagherebbe un -3,6%
nei volumi.
Nel segmento IG, ancora segni meno per
le principali tipologie; tra i primi 10, solo il Vermentino di Sardegna, il
Puglia Igp e il Cannonau in dinamica positiva (+4%, +2% e +3% rispettivamente in
volume). Chianti in regressione (-4.4%), mentre migliora leggermente la
situazione del Montepulciano d'Abruzzo, che da -14% di marzo è arrivato a -9% a
giugno per risalire a -6.6% di settembre. In forte discesa il Nero d'Avola
siciliano, a -12%, così come la pattuglia dei Salento Igt (-9%), i Lambruschi
emiliani (-11%), le Bonarde oltrepadane (-15%) e il Verdicchio di Jesi (-18,9%).
Tra i veneti, Valpolicella a -2% e Bardolino a -3.4%, mentre il Soave continua
a essere positivo, chiudendo il conto dei nove mesi a +5%. Tra i canali, oltre
la media il gap nei discount, specie per il segmento Dop e Igp (-6,8%), segno
che le tensioni sul carrello della spesa sono maggiormente percepite dai
consumatori.
A un mercato interno debole - conclude
l'Osservatorio Uiv-ISMEA e ai costi produttivi ancora alti, non fanno da
contraltare le esportazioni: il dato Istat di oggi sui primi 7 mesi dell'anno
evidenzia infatti una contrazione tendenziale sia nei volumi (-1,5%) che nei
valori (-1,2%, a 4,45 miliardi di euro). Un peggioramento anche rispetto
all'export del semestre - che segnava rispettivamente -1,4% e -0,4% - per
effetto delle difficoltà nell'extra-Ue (volumi a -8,5%) non del tutto
controbilanciato dalla domanda comunitaria (+5,4%). Tra i prodotti, è forte la
domanda di sfusi (+13,1%) mentre sono in contrazione sia gli spumanti (-3,2%)
che i vini imbottigliati (-4,9%), dove pesano le forti difficoltà dei rossi
(-10%).