Il contesto economico mondiale
Nel terzo trimestre del 2023
l'economia mondiale si è dimostrata più resistente del previsto, ma le
prospettive di crescita rimangono deboli. Con gli effetti sempre più visibili
della politica monetaria restrittiva e una ripresa cinese più debole rispetto
alle attese, la crescita globale nel 2024 dovrebbe essere inferiore a quella
del 2023. L'inflazione potrebbe continuare a rivelarsi più persistente del
previsto, con la possibilità di ulteriori perturbazioni dei mercati
energetici e alimentari. Il debito pubblico rimane elevato in molti paesi. Il
volume di commercio globale nei primi otto mesi del 2023 è calato dell'1,9%
rispetto allo stesso periodo del 2022. Dopo il calo registrato nei primi mesi
dell'anno, il prezzo medio del petrolio nel terzo trimestre del 2023 ha
ripreso a salire (+19% sul prezzo medio del trimestre precedente).
L'agroalimentare italiano nel contesto economico
Nel periodo luglio-settembre i prezzi dei prodotti
agricoli nazionali, misurati dall'indice Ismea, registrano un incremento del
5,7% su base annua dovuto all'aumento della componente dei prezzi dei
prodotti vegetali, mentre cala l'indice dei prezzi dei prodotti zootecnici;
l'indice aumenta del 6% anche su base congiunturale. L'indice dei prezzi dei
mezzi correnti di produzione dell'agricoltura invece rallenta la crescita su
base tendenziale (+0,5%) e la sua variazione congiunturale è negativa: -3,1%
rispetto al trimestre precedente.
Le esportazioni italiane di alimenti e bevande nei primi nove mesi del
2023 crescono del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre l'export
nazionale complessivo aumenta dell'1%. I prodotti di maggior successo
all'estero si confermano la pasta, i vini spumanti, il caffè torrefatto e i
prodotti di pasticceria e panetteria, per i quali il valore dell'export
continua a mostrare una dinamica positiva; invece, risulta in calo il valore
esportato dei vini fermi in bottiglia (-3% rispetto a gennaio-agosto 2022),
che si confermano comunque il primo prodotto agroalimentare made in Italy
venduto all'estero. Le importazioni agroalimentari, nei primi nove mesi del
2023, aumentano in valore del 7,9% su base annua (a fronte del -10% delle
importazioni totali). Il saldo della bilancia commerciale agroalimentare
peggiora di 855 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2022, determinando un
deficit settoriale di 1,2 miliardi di euro.
I
consumi domestici dei prodotti agroalimentari
Il carrello della spesa per i prodotti alimentari da
consumare in casa, secondo i dati dell'Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ,
nei primi nove mesi del 2023 è costato agli italiani il 9,2% in più rispetto
ai primi nove mesi del 2022. In termini assoluti l'incremento è di oltre
sette miliardi di euro con un carrello che si conferma "alleggerito" nei
volumi, come confermato dalle dinamiche della maggior parte dei prodotti.
Malgrado un leggero ridimensionamento dell'effetto inflattivo, l'incremento
della spesa dei primi nove mesi 2023 resta il più alto degli ultimi anni.
Tra i prodotti in evidenza per l'ampiezza
dell'aumento della spesa: latte UHT (+26%), pane (+16,2%) uova (+17%), olio extra-vergine
d'oliva (+15%).
Le
opinioni delle imprese agroalimentari sulla congiuntura e focus su
investimenti e approvvigionamento delle materie prime
L'indagine del terzo trimestre 2023 presso le
imprese del panel agroalimentare Ismea continua a registrare un peggioramento
della fiducia degli imprenditori agricoli rispetto al trimestre precedente
(-1,9 punti in meno), ma l'indice resta superiore di oltre 11 punti rispetto
a un anno fa, quando il sentiment degli operatori era fortemente influenzato
dall'aumento dei costi di produzione e dall'incertezza sull'evoluzione del
conflitto in Ucraina che rendeva di difficile interpretazione le prospettive
produttive e commerciali. Il calo di fiducia nel terzo trimestre si conferma
trasversale a tutti i settori, con una prospettiva particolarmente pessimista
testimoniata dagli operatori dei comparti vitivinicolo, dei seminativi e
della zootecnia da latte, preoccupati soprattutto per la situazione degli
affari correnti. Il 44% delle imprese agricole intervistate ha incontrato difficoltà
nella gestione dell'attività aziendale nel terzo trimestre, quando le "condizioni
meteorologiche" sono state indicate come il fattore che ha creato maggiori
problemi. A settembre 2023, comunque, il 37% degli agricoltori intervistati
ha in programma di investire nel prossimo anno; si tratta della quota più
elevata dal 2015, anno in cui è stata avviata l'indagine sugli investimenti. La
principale destinazione degli investimenti riguarda l'introduzione di
impianti di energia rinnovabile. Per quanto riguarda le principali fonti di
finanziamento, il 23% degli intervistati attuerà gli investimenti usando
risorse proprie e il 16% ricorrerà al finanziamento presso istituti di
credito (quote simili a quelle rilevate lo scorso anno).
Per le imprese dell'industria alimentare, l'indice del
clima di fiducia è nel complesso positivo nel terzo trimestre del 2023 (con
un valore di 10,3 punti). Gli operatori meno ottimisti sono quelli del
Meridione, condizionati soprattutto dalla scarsità di ordini ricevuti. Resta mediamente
stabile la percentuale degli imprenditori che dichiara di avere incontrato
difficoltà nella gestione dell'impresa (34%). I principali problemi
riscontrati dagli operatori sono l'incremento dei costi delle materie prime,
del materiale di consumo e dei servizi, ma vi è anche chi dichiara di avere
difficoltà a reperire le materie prime. A settembre le imprese del panel
dell'industria alimentare sono state interpellate in merito ai canali di
approvvigionamento di materie prime agricole e di semilavorati. Per oltre la metà degli intervistati i
principali fornitori delle materie prime agricole sono singole imprese
agricole, mentre per il 16% sono cooperative o consorzi. I fornitori si
trovano prevalentemente nella stessa provincia dove ha sede l'impresa; solo il
5% delle imprese ha dichiarato di avere fornitori di paesi dell'UE. Tra i
fattori che incidono sulla scelta dei fornitori di materie prime o
semilavorati, la costanza nella qualità della fornitura è l'aspetto di
maggiore rilievo per gli intervistati.