Roma, 13 dicembre 2023
Gli
spumanti italiani dovranno attendere almeno 12 mesi per superare la soglia
psicologica del miliardo di bottiglie, ma le stime conclusive del 2023 confermano
una sostanziale tenuta dei consumi di bollicine made in Italy, a quota 936
milioni di bottiglie. In linea con i volumi dello scorso anno - ma a +24%
rispetto al 2019 - si annunciano anche gli acquisti per le prossime feste, durante
le quali salteranno nel mondo circa 333 milioni di tappi tricolori, con oltre
95 milioni di bottiglie consumate solo nel Belpaese. Alle celebrazioni di
Natale e Capodanno si aggiungeranno poi gli sparkling esteri, con circa 6
milioni di bottiglie.
Secondo la consueta analisi di
fine anno sui consumi di sparkling a cura dell'Osservatorio Uiv-ISMEA
durante le feste i consumatori di tutto il mondo non saranno quindi disposti a
rinunciare alle bollicine tricolori. A cambiare è, come riscontrato da inizio
anno, la scelta di un prodotto in alcuni casi più accessibile per le tasche di
consumatori italiani ed esteri alle prese con un caro-vita che non allenta la
morsa. Da qui, secondo elaborazioni su dati Nielsen, ISMEA e Uiv registrano l'incremento
degli acquisti di spumanti più economici come metodo charmat anche varietali e
di annata (+7,5% a 206 milioni di bottiglie la stima a tutto il 2023) rispetto
a denominazioni "bandiera" italiane come Prosecco (Doc, Conegliano
Valdobbiadene, Colli Asolani) e Asti Spumante o ai metodo classico (Trento Doc,
Franciacorta, Oltrepò Pavese, Alta Langa, Lessini Durello) che chiudono la
stagione con una contrazione del 3% (727 milioni di pezzi). Con un paniere
dell'offerta aggiustato quindi grazie all'incremento delle produzioni di
spumante non Dop, il computo totale previsto da ISMEA e Unione italiana vini
(Uiv) a fine 2023 è pari a 936 milioni di bottiglie di spumante italiano, in 7
casi su 10 commercializzate all'estero.
Sotto l'albero le bollicine si
presentano quest'anno con un prezzo medio più alto, con i listini cresciuti di oltre
il 5% a causa di inflazione e surplus di costi produttivi. In totale produttori
e imprese spumantistiche italiane incasseranno durante le festività circa 1
miliardo di euro. Negli ultimi 10 anni le vendite di spumante italiano nel
mondo sono praticamente triplicate, con crescite in valore del 351% negli Usa
(top buyer), ma anche in altre destinazioni di sbocco come Regno Unito (+350%),
Germania, (+42%), Francia (+416%) o nell'emergente Est Europa, con la Polonia a
+983%.
Le esportazioni nei primi 9 mesi
di quest'anno, elaborate dall'Osservatorio Uiv-Ismea e basate sui dati Istat
rilasciati ieri, segnano un calo tendenziale del 3,1% per gli spumanti che in
valore, per gli effetti inflattivi, virano invece in positivo (+2,5%). A
livello complessivo, l'export al terzo trimestre 2023 si ferma a -0,2% nei
volumi, mentre il saldo sui valori indica una decrescita, in peggioramento,
dell'1,9% (5,65 miliardi di euro). In difficoltà le Dop (volumi a -3,8%),
mentre salgono le vendite degli sfusi (+18,9% volume) che, in seguito al calo
dei prezzi alla produzione, hanno abbassato il valore medio di circa il 14%.
Tra i top mercati, proseguono le difficoltà negli Stati Uniti (volumi a -12,8%,
valori a -9,5%), mentre la Germania chiude il periodo a +12,4% nei volumi
grazie a maxi-ordini di vino sfuso. Stazionario il Regno Unito e in leggera
contrazione la Svizzera. Nel complesso, si allarga la forbice tra domanda Ue
(volumi a +9,3%) ed extra-Ue (-9,2%).
L'analisi dell'Osservatorio Uiv-Ismea è stata redatta
sulla base degli incroci di più fonti, a partire da Istat e dagli enti di
certificazione.
Le esportazioni nei primi 9 mesi
di quest'anno, elaborate dall'Osservatorio Uiv-Ismea e basate sui dati Istat
rilasciati ieri, segnano un calo tendenziale del 3,1% per gli spumanti che in
valore, per gli effetti inflattivi, virano invece in positivo (+2,5%). A
livello complessivo, l'export al terzo trimestre 2023 si ferma a -0,2% nei
volumi, mentre il saldo sui valori indica una decrescita, in peggioramento,
dell'1,9% (5,65 miliardi di euro). In difficoltà le Dop (volumi a -3,8%),
mentre salgono le vendite degli sfusi (+18,9% volume) che, in seguito al calo
dei prezzi alla produzione, hanno abbassato il valore medio di circa il 14%.
Tra i top mercati, proseguono le difficoltà negli Stati Uniti (volumi a -12,8%,
valori a -9,5%), mentre la Germania chiude il periodo a +12,4% nei volumi
grazie a maxi-ordini di vino sfuso. Stazionario il Regno Unito e in leggera
contrazione la Svizzera. Nel complesso, si allarga la forbice tra domanda Ue
(volumi a +9,3%) ed extra-Ue (-9,2%).
L'analisi dell'Osservatorio Uiv-Ismea è stata redatta
sulla base degli incroci di più fonti, a partire da Istat e dagli enti di
certificazione.