Roma, 20 marzo 2024
Nel 2023 il carrello della spesa
degli italiani si conferma più oneroso, ma anche più leggero, con volumi di
acquisto in flessione per quasi tutte le categorie e prezzi sensibilmente più elevati.
Secondo gli ultimi dati
dell'Osservatorio sui consumi alimentari ISMEA-NielsenIQ, la spesa delle
famiglie italiane per gli acquisti di generi alimentari e bevande ha fatto
segnare, su base annua, un incremento record dell'8,1% (+8,4% il food, +5,3% il
beverage).
Seppure in rallentamento nell'ultimo trimestre dell'anno, i prezzi
alimentari hanno mantenuto un ritmo di crescita sostenuto nel 2023 (+10,1% l'aumento
medio rispetto al 2022 secondo le rilevazioni dell'Istat sul capitolo
alimentari e bevande analcoliche), determinando un aggravio di spesa a carico
delle famiglie di oltre 8 miliardi di euro.
In questo contesto,
caratterizzato anche da una maggiore spinta promozionale nella grande
distribuzione organizzata, è cresciuto il ruolo della marca del distributore,
con uno share che si è portato a circa un terzo del fatturato, grazie a una
performance migliore rispetto a quella della marca industriale.
Tra i diversi canali, il
supermercato mantiene il primato, con il 40% di quota in termini di fatturato e
con un giro d'affari cresciuto del 9,5% sul 2022. Crescono del 7,8% le vendite negli
ipermercati (al 23% l'incidenza in valore), seguiti dai discount al 22% di
quota (+9,3% gli incassi), canale in cui si è avuto un forte incremento delle affluenze.
Il piccolo dettaglio tradizionale (9% di share) continua invece a perdere
appeal, cedendo sia per volumi sia per fatturati. È l'unico, tra i canali
distributivi, che ha accusato una riduzione del giro d'affari, perdendo lo 0,6%
rispetto al 2022, oltre a quello non fisico dell'e-commerce (-4,5%).
Tra le diverse categorie
merceologiche, si registrano aumenti a doppia cifra della spesa per oli di oliva
(+32% gli extravergini), uova (+14,1%), latte e derivati (+11,7%) e prodotti a
base di cereali (+11,7%), con picchi del +20,9% per il riso. Significativa, ma
più frenata, la crescita del reparto carni (+6,7%), con incrementi per tutte le
categorie, ma più evidenti per quelle avicole.
Gli acquisti di prodotti
ortofrutticoli hanno generato un esborso dell'8,8% più elevato rispetto al 2022,
con incrementi soprattutto per patate e conserve di pomodoro (più frenata la
dinamica della spesa per la frutta).
Coppie e single over 55 sono
apparsi meno attenti all'impatto degli acquisti sullo scontrino, registrando
anche volumi superiori a quelli del 2022. I giovani (categoria "pre-family") hanno
tenuto invece a freno la spesa riducendo significativamente i volumi d'acquisto,
mentre le famiglie con figli (ancor più quelle con bambini), per affrontando
rinunce, non sono riusciti a contenere la spesa, che resta comunque superiore a
quella del 2022.