Roma 4 aprile 2024
Bilancia commerciale: esportazioni, importazioni e saldo
Anche se nel quadro di una dinamica meno vivace di quella
dei due anni precedenti, successivi alla pandemia, il 2023 si può considerare
un anno complessivamente positivo per il commercio agroalimentare italiano. In
particolare, le esportazioni mettono a segno un nuovo record oltrepassando 64
miliardi di euro, in crescita del 5,7% rispetto al 2022. L'aumento delle
importazioni è stato più contenuto (+5,4%, da 61,7 a poco più di 65 miliardi di
euro) e ciò ha determinato un lieve miglioramento del saldo della bilancia
commerciale agroalimentare, il cui disavanzo nel 2023 si attesta a 889 milioni
di euro, riducendosi di 126 milioni rispetto all'anno precedente.
I principali paesi di destinazione e di provenienza
Il principale mercato di destinazione dei prodotti
agroalimentari italiani è l'UE che, con 41,9 miliardi di euro nel 2023, assorbe
circa il 65% delle nostre esportazioni. Germania, Francia e Stati Uniti
rimangono i partner di maggior rilievo, con i primi due paesi che crescono di
più. Tra i primi 20 Paesi di destinazione risultano in controtendenza solo
Canada e Repubblica Ceca che tuttavia hanno un ruolo marginale, rappresentando
congiuntamente solo il 3,2% delle totali esportazioni nazionali. Si conferma la
concentrazione geografica delle nostre esportazioni, con i primi cinque paesi
di destinazione che assorbono da soli quasi la metà dei flussi complessivi.
L'UE è il principale partner commerciale dell'Italia anche
per le importazioni (46 miliardi di euro nel 2023) con una quota del 71%;
Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi sono i principali fornitori, mentre tra
i paesi terzi il primo fornitore è il Brasile, anche se le importazioni di
provenienza brasiliana si sono ridotte rispetto al 2022.
I principali prodotti esportati e importati
Le esportazioni aumentano per tutti i principali prodotti,
con l'unica eccezione dei vini in bottiglia che, dopo il buon risultato del
2022, hanno visto ridurre il valore delle spedizioni a 5,1 miliardi di euro
(-2,7%,) nonostante vini spumanti si siano distinti per la crescita (+3,3% in
valore). Il vino rimane comunque saldamente al primo posto tra i prodotti
esportati con un peso sul totale del 7,9%. Tra gli altri comparti di peso
rilevante, le esportazioni dei derivati di cereali aumentano dell'8%, trainate
soprattutto dai prodotti della panetteria e pasticceria (+12%) più che dalle
paste alimentari (+1,3%); meglio ancora fanno l'ortofrutta fresca (+9,1%) e
trasformata (+10,9%), i formaggi e latticini (+11,6%) e l'olio d'oliva (+14%).
Le importazioni, in coerenza con il ruolo dell'Italia di
paese trasformatore in campo agroalimentare, riguardano in larga parte materie
prime non trasformate e prodotti semilavorati. I principali prodotti sono caffè
non torrefatto, olio extravergine di oliva, mais, bovini vivi, prosciutti e
spalle suine fresche destinate alla trasformazione, frumento tenero, frumento
duro. Tra di essi, si segnala la forte crescita di bovini vivi, carni suine e
frumento duro. All'opposto, si riducono in valore le importazioni di caffè non
torrefatto, mais e frumento tenero.