Roma, 18 aprile 2024 - Le
incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche,
shock energetico, inflazione ed extra costi, non hanno spento la voglia di
innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Tre su quattro hanno messo
mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e
ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle
volte, a una parte delle iniziative programmate. Ma una percentuale ancora
maggiore (il 78%) si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni,
nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei
rapporti internazionali.
È quanto emerso dallo studio
sull'innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da ISMEA nell'ambito delle
iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in
occasione del Convegno "L'innovazione come motore della competitività e della
sostenibilità della filiera vitivinicola: l'approccio delle cooperative".
L'indagine, condotta nel 2022 su
un campione di197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso
alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di
ostacoli alla realizzazione di investimenti nell'innovazione. Tra questi, la ridotta
dimensione delle imprese (45%), l'incertezza sui benefici degli investimenti
(25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al
credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l'onerosità degli investimenti
(22%).
Gli investimenti hanno puntato
soprattutto alla tecnologia, con l'introduzione in azienda di nuove
soluzioni agritech e di applicazioni di agricoltura digitale. Il 38% del campione
ha dichiarato di avere investito nella sensoristica per il monitoraggio e la gestione
delle colture e per l'ottimizzazione degli input, oltre che in sistemi di
monitoraggio da remoto o di prossimità con l'impiego di droni, in robot e altri
macchinari per l'automazione, in software gestionali amministrativi e di
supporto alle attività tecniche e agronomiche.
L'aspetto organizzativo,
sempre in relazione agi investimenti, ha riguardato il 18% degli intervistati, che
ha sviluppato anche modelli basati su reti di impresa e introdotto in azienda piani
di ricerca e sviluppo, mentre il 7% ha optato per investimenti a livello di prodotto/processo,
compresa l'introduzione di nuove tecniche di lavorazione del suolo, l'irrigazione,
la concimazione, la gestione dei reflui aziendali o l'introduzione di nuove
varietà, oltre all'attivazione di canali di vendita diretta, fisici e on line.
Tra le innovazioni che
orienteranno gli investimenti nel prossimo futuro trovano spazio la genetica,
con lo sviluppo di nuove varietà resistenti e tecniche di evoluzione assistita
in campo (TEA), ambiti ritenuti dagli imprenditori intervistati fondamentali
per il futuro della vitivinicoltura, anche in vista dell'introduzione di nuove
normative a livello europeo per la riduzione dell'utilizzo della chimica in
vigneto. Rimarrà alto l'interesse verso la sensoristica avanzata, con l'Internet
of Things (IoT) già attualmente in uso, che sarà di supporto alla gestione
quotidiana del vigneto nell'immediato futuro, soprattutto in affiancamento
all'automazione e all'informatizzazione. Emerge anche l'interesse a investire
in soluzioni di intelligenza artificiale da impiegare nei processi produttivi
aziendali e in campo, per lo studio e
l'analisi dei dati in ottica predittiva e
di riduzione degli sprechi.
Ma la grande trasformazione che
sta avvenendo sul piano legislativo, della localizzazione delle produzioni, del
mercato e della domanda di vino (stili di vita, approcci al cibo, gusti e nuovi
modelli di consumo), spinge a considerare l'innovazione non solo sul piano
tecnologico, ma anche come elemento di supporto per le analisi dei flussi
commerciali e lo studio del consumatore e del mercato, mediante sistemi di data
analysis e applicazioni nel campo delle neuroscienze e del neuromarketing.
L'incontro, moderato da Fabio
Piccoli, Direttore WineMeridian, ha visto le relazioni introduttive di Tiziana
Sarnari (ISMEA) e di Eugenio Pomarici dell'Università di Padova. Si è tenuta a
seguire una tavola rotonda con la partecipazione di Luca Rigotti, Presidente
settore vino Confcooperative e Presidente della cantina/cooperativa Mezzacorona,
Marco Nannetti, Responsabile Affari generali Gruppo Terre Cevico, Silvano
Nicolato, Presidente Cantine Vitevis e Andrea Di Fabio, Direttore Generale di
Cantina Tollo.