Roma, 11 giugno 2023
Il conflitto in Ucraina non ha impattato in maniera
significativa sul potenziale produttivo agricolo di Kiev, ma ha avuto effetti rilevanti
sugli scambi con l'estero, stravolgendo le rotte commerciali. È quanto emerge
dal monitoraggio del commercio agroalimentare del cosiddetto "granaio d'Europa"
che ISMEA ha condotto sin dalle prime fasi dell'invasione russa, attraverso una
serie di report specifici, di cui l'ultimo appena pubblicato. Considerando i principali prodotti di esportazione
dell'Ucraina: mais, olio greggio di girasole e frumento tenero, di cui
il Paese è uno dei principali fornitori a livello globale, i quantitativi
esportati si sono mantenuti su livelli considerevoli, seppure con andamenti
altalenanti. Quelle che invece sono profondamente mutate sono le geografie di
destinazione, con una sensibile riduzione delle spedizioni nei . Paesi extra-UE e
un aumento significativo del peso dell'Unione europea, in particolare dei paesi
confinanti come Polonia e Romania. Un cambiamento indotto anche della decisione
russa del luglio scorso di non rinnovare la Black Sea Grain Initiative, che
consentiva il trasporto in sicurezza via mare delle derrate agricole in partenza
dai porti ucraini.
I dati elaborati da ISMEA forniscono alcuni elementi di
dettaglio utili a valutare le implicazioni del conflitto sulle esportazioni
ucraine. Le spedizioni all'estero di mais, che nell'ultimo quinquennio hanno riguardato un quantiativo medio annuo di poco
più di 27 milioni di tonnellate per un controvalore di 4,8 miliardi di euro,
hanno raggiunto nell'UE, nel 2023, un'incidenza del 58%, dal 30% del 2021.
Analoga l'evidenza per le esportazioni di olio greggio di
girasole (mediamente 5 milioni di tonnellate annue per un corrispettivo
valutario di circa 4 miliardi di euro), che l'anno scorso hanno raggiunto
nell'UE una quota di oltre il 50%, dal 30% del 2021.
Relativamente al frumento tenero, di cui l'Ucraina
esporta annualmente 17 milioni di tonnellate annue per un valore di 3,2
miliardi di euro (la media è sempre basata sui dati dell'ultimo quinquennio), l'effetto
spiazzamento dovuto a conflitto è stato moto più evidente: l'Unione europea,
destinataria di appena il 2% dei volumi nel 2021, è arrivata a coprire il 51%
di quota. Al contrario hanno subito una drastica riduzione le spedizioni verso
i Paesi extra-UE, con una significativa contrazione dei flussi diretti in Egitto,
Indonesia, Bangladesh e Turchia, che assorbivano nel 2021 il 98% dell'export
ucraino di grano e sono scesi adesso al 49%.
Da evidenziare che anche l'Italia ha più che quadruplicato i
suoi acquisti di frumento da Kiev, passati da 121 mila tonnellate del 2021 a 589
mila del 2023. Nel complesso, il Paese, in base ai dati più recenti, è il 13°
fornitore nazionale di prodotti agroalimentari, con 1,1 miliardi di euro e l'1,8%
di quota. L'Ucraina, in particolare, è leader per le forniture in Italia di
mais, coprendo circa il 30% delle importazioni tricolore, e di olio greggio di
girasole (46%), mentre nel caso del frumento tenero è solo quarta con una quota
del 10% dei volumi complessivamente importati.