Roma, 30 settembre 2024 - La siccità e caldo record nelle principali regioni
produttrici come la Puglia e la Sicilia fanno crollare la produzione nazionale
di olio d'oliva italiano. Secondo le stime elaborate da ISMEA in collaborazione
con Unaprol e presentate il 27 settembre a Ortigia, nell'ambito di uno degli
eventi collaterali del G7 Agricoltura, si prevede un quantitativo di circa 224
mila tonnellate, il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna.
Pur essendo ancora le prime
stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno
disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero
retrocedere l'Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei
principali Paesi produttori.
Per gli altri principali attori globali
del mercato: Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia, la campagna 2024-25 si annuncia invece molto
abbondante, con un incremento dei volumi stimato tra il 50 e il 60%, che porterebbe la
produzione mondiale a 3,1 milioni di tonnellate, il 23% in più rispetto alla
scorsa campagna.
Tornando all'Italia, a pesare
sulla campagna è soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto
praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola
rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e
l'allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest'anno, con le piante
andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte
temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite
che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della
Puglia.
Al crollo della produzione al Sud
si contrappone l'aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un
+75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario.
Buone notizie arrivano anche sul
fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all'impegno delle circa 400
mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard
elevatissimi, regalando all'Italia la leadership in Europa per il maggior
numero di olio extravergine a denominazione in Europa (42 Dop e 8 Igp).
In linea generale, come sottolinea
ISMEA nel report Tendenze, che ospita in questa edizione un focus sulle
previsioni produttive, negli ultimi anni la variabilità delle produzioni sta
andando oltre la normale alternanza, esasperando le normali dinamiche di
domanda e offerta. Gli imbottigliatori si trovano a fare i conti con una
disponibilità di prodotto nazionale sempre più incerta con le conseguenti
ricadute in tema di programmazione degli approvvigionamenti. Questo si somma a
monte con le difficoltà dei produttori, a valle con quelle dei consumatori
finali che in due anni hanno visto aumentare i prezzi del prodotto soprattutto
nei canali della Gdo.