Roma, 10 marzo 2025
Il 2024 chiude con un risultato
ancora positivo per la spesa alimentare delle famiglie italiane, in crescita
dello 0,9% su base annua, in un contesto marcatamente disinflazionistico.
L'aumento segue il +8,1% messo a segno nel 2023, il più alto degli ultimi anni,
ma in una fase di forte pressione al rialzo dei prezzi.
Lo sottolinea l'ISMEA nell'ultimo report sui consumi
alimentari, evidenziando, come elemento di novità rispetto all'anno precedente,
una ripresa dei volumi d'acquisto in alcuni comparti chiave, favorita dal
rientro delle tensioni sui prezzi di molte referenze.
Tra le varie
categorie, i dati dell'Osservatorio Ismea-NielsenIQ, indicano una contrazione
della spesa per tutti i prodotti proteici di origine animale, ad eccezione
delle uova. Più da vicino, flette il valore degli acquisti di carni (-1,1%),
lattiero-caseari (-0,5%), salumi (-0,5%), prodotti ittici (-0,5%), a fronte di
un più 2,6% delle uova. Continua invece a crescere la spesa nel reparto
ortofrutta (+2,2% gli ortaggi e +2,9% la frutta) e in quello degli oli vegetali
(+15,6% rispetto al 2023), seppure con un ritmo più attenuato rispetto al passato.
Andamenti contrastanti per i derivati dei cereali: mentre pane e sostituti
(+1,4%) e pasta fresca (+2,4%) segnano un incremento, pasta secca e riso arretrano
rispettivamente del 6,1% e del 4,8%. Sono in lieve flessione gli acquisti di
vini e spumanti (-0,4%), mentre le bevande analcoliche crescono dello 0,4%.
Sul fronte
dei volumi, il reparto ortofrutticolo è quello che ha maggiormente beneficiato
di una ripresa dei consumi, sia nel segmento del fresco sia nel trasformato e
surgelato. Si osserva un aumento generalizzato dei quantitativi di frutta fresca,
esclusi gli agrumi, di frutta in guscio e di ortaggi di stagione, sulla scia di
un'offerta più consistente, a partire dall'estate, e di listini in
ridimensionamento. La riduzione dei prezzi ha spinto anche i consumi di ortaggi
di IV gamma, tornati a salire dopo una fase flessiva.
Tra le
referenze che hanno performato meglio figurano poi gli alimenti ad alto
contenuto di servizio come zuppe e piatti pronti in genere, le carni avicole
lavorate, le cialde di caffè, quelli legati alla sfera della salute e benessere
come lo yogurt e altri alimenti funzionali e il segmento degli aperitivi
domestici.
Un ruolo
chiave per la ripresa dei consumi lo hanno avuto le vendite in promozione, che
nel 2024 hanno interessato il 24,3% del fatturato.
L'analisi territoriale
dei dati rivela un andamento positivo della spesa per tutte le macro-ripartizioni
geografiche, con una dinamica migliore al meridione. Sul fronte dei canali
distributivi, supermercati e discount continuano a guadagnare terreno, a
scapito dei piccoli negozi di prossimità e dei punti vendita tradizionali, che
vedono ridursi ulteriormente la loro quota di mercato.