Roma, 10 luglio 2012
Dopo il record del 2011, con 23,5 milioni di ettolitri inviati oltre frontiera, l'export italiano di vino segna il passo nel primo trimestre del 2012. Una battuta d'arresto che interessa tuttavia solo i volumi ( -8% su base annua) a fronte di un buon andamento dei corrispettivi monetari (più 7%).
A determinare il calo della domanda estera sono stati essenzialmente i vini sfusi, segmento che aveva fatto da traino lo scorso anno, ma che nel trimestre in esame, complici gli importanti rialzi dei valori medi unitari, ha accusato un crollo di quasi un quarto delle spedizioni. Per i vini sfusi, il valore medio delle esportazioni è stato infatti del 37% più elevato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con punte di oltre il 40% per i vini comuni, tipologia che ha registrato il maggior incremento all'origine.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Per i vini confezionati l'export dei primi tre mesi dell'anno fa registrare, invece, un andamento positivo sia in volume ( +3%) sia in valore (+6%) con un aumento del valore medio unitario del 3%.
Relativamente alle diverse tipologie di vino, sono stati i vini comuni ad accusare le flessione più importante (-23% in volume rispetto al I trimestre del 2011) mentre i vini a denominazione e Igp hanno guadagnato l'1% . Per tutte le tipologie la dinamica delle esportazioni in valore è risultata positiva.
Spostando ora l'attenzione dai vini fermi a quelli con le bollicine si evidenzia una flessione del 6% dei volumi di spumanti consegnati oltre i confini nazionali a fronte però di una più che decisa tenuta dei valori. Buono il risultato dei frizzanti sia in quantità che in valore.
Tra i principali Paesi clienti solo il Regno Unito segna una progressione in volume delle esportazioni (+19,5%), mentre i quantitativi inviati in Usa e Germania calano rispettivamente del 4,1% e del 6,2%.
Negli Usa la flessione è stata determinata da una minore domanda di vini confezionati, a fronte di una crescita del 6% di quella dei vini spumanti. In Germania, al contrario, ha pesato la riduzione del 14% degli invii di vino sfuso che rappresenta il 49% dell'intero paniere della domanda tedesca di vino italiano. Una riduzione parzialmente controbilanciata dall'avanzamento dei vini confezionati (+3% ) e degli spumanti (+9%). La crescita dell'export verso il mercato anglosassone riflette invece una maggior domanda in tutti i segmenti del settore a partire da quello dei vini confezionati (+17%) che rappresentano oltre l'80% del totale. Particolarmente significativa la progressione di spumanti e frizzanti.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Da uno sguardo alla dinamica degli scambi a livello globale emerge che l'Italia è l'unico tra i grandi esportatori mondiali ad avere avuto un primo trimestre del 2012 con un segno negativo nei volumi.
Gli scambi internazionali nel loro complesso, secondo stime Ismea su dati Gti, sono infatti cresciuti del 3%. A beneficiare di questa domanda sono stati soprattutto i Paesi dell'Emisfero Sud e gli Stati Uniti, mentre nel Vecchio Continente la Francia e la Spagna mostrano progressioni del 5%. Il Paese iberico, pur mantenendosi in crescita mostra degli incrementi molto lontani da quelli visti per tutto il 2011. Attualmente, comunque, con 5,4 milioni di vino esportato è la Spagna a guidare la classifica dei Paesi fornitori. Sarà interessante vedere se con il passare dei mesi l'Italia recupererà la leadership.