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Cereali - Ultime dal settore

Esordio della campagna di commercializzazione 2012-13

Roma, 2 agosto 2012

I prezzi medi all'origine dei principali cereali rilevati a luglio 2012 hanno evidenziato significativi incrementi rispetto al mese precedente, sia sui mercati internazionali sia quello interno. Se il prezzo FOB del frumento tenero Hard Red Winter e Soft Red Winter statunitense si è rivalutato del 19% su base congiunturale, la granella del frumento tenero nazionale ha segnato un +4,5% circa attestandosi a 245,07 €/t. Più marcato l'aumento registrato per il mais, con il prezzo FOB USA  accresciuto nello stesso riferimento temporale del 23% circa a 315 $/t, mentre quello sul mercato interno è stato pari al 17% portandosi a 236,29 €/t.

La recente ripresa del mercato trova spiegazione nel crescente pessimismo circa gli esiti produttivi stimati per il corrente anno che, inizialmente più favorevoli, hanno subito diverse correzioni al ribasso (International Grains Council, luglio 2012) in ragione della prolungata assenza di piogge. Nelle ultime settimane, infatti, giungono notizie piuttosto preoccupanti circa lo sviluppo colturale in campo in conseguenza delle elevate temperature che si stanno registrando nei paesi ex-Urss e negli Stati Uniti. Nel particolare degli areali produttivi del Midwest USA si sta addirittura registrando la peggiore siccità degli ultimi 50 anni. A causa di ciò, si prospetta una contrazione annuale dell'offerta globale di frumento più consistente (-4,5% a 665 mln t). Nel caso del mais, a differenza dell'aumento dei raccolti indicato nell'aggiornamento dello scorso giugno, le ultime indicazioni sono per una flessione dello 0,7%, i volumi scenderebbero a 864 milioni di tonnellate. Considerando, inoltre, che proprio USA ed ex Unione Sovietica rappresentano due importanti poli produttivi mondiali, una contrazione dell'offerta in tali areali comporta inevitabilmente tensioni sui mercati. L'ultimo aggiornamento dell'IGC, inoltre, prospetta una leggera flessione della domanda di frumento (-1,7%) ed un ulteriore incremento di quella del mais (+1%); in entrambe i casi, tuttavia, i volumi utilizzati sono proiettati su livelli maggiori all'offerta, causando, così, la contrazione delle scorte a fine campagna.

In effetti, facendo esclusivo riferimento alle dinamiche delle variabili di base del mercato, le preoccupazioni derivanti da tali fenomeni lasciano presagire l'avvio di una nuova tensione sui mercati mondiali delle commodity agricole anche se assumere fin da ora un parallelo con la crisi dei prezzi agricoli verificatasi nella campagna di commercializzazione 2007-08 appare prematuro e potrebbe destare un allarme ingiustificato.

Questo per diversi motivi. E' necessario innanzitutto attendere almeno la fine del prossimo settembre, quando saranno completate le operazioni di raccolta, per avere un quadro più certo sulla produzione mondiale, sull'ammontare degli stock -che ad oggi vengono ancora stimati su livelli di sicurezza - e sulle utilizzazioni. La crisi dei prezzi del 2007-08, inoltre, si era verificata dopo molti mesi di ininterrotti e consistenti incrementi anche settimanali dei listini all'origine. I prezzi avevano cominciato a rivalutarsi già nell'autunno del 2006 per raggiungere il picco nei primi mesi del 2008 e invertire poi bruscamente la tendenza nella primavera dello stesso anno. E' opportuno anche considerare che la recente crescita dei prezzi mostra una discordanza con la precedente crisi, in relazione all'andamento dei prodotti energetici che erano stati indicati tra le principali cause dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nei mercati finanziari. L'andamento del prezzo mondiale del petrolio aggiornato alle ultime settimane indica, al contrario, una tendenza al ribasso.

E' opportuno fare anche qualche considerazione di carattere politico. Durante la campagna di commercializzazione 2007-08, il brusco aumento dei prezzi dei prodotti agricoli ha provocato una crisi a livello globale sui mercati internazionali. Le quotazioni di frumento e mais, ma anche di altri prodotti di base, come il riso, hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 30 anni e la crisi ha provocato un'instabilità economica e politica che ha richiamato l'attenzione dei governi mondiali sull'offerta dei prodotti alimentari e sui problemi legati alla sicurezza alimentare. E' da ricordare, tuttavia, che una crisi dei prezzi più recente di quella del 2007-08 si è verificata nel 2010 quando si era paventato un ritorno ad uno scenario produttivo e macroeconomico molto simile a quello della metà 2007. In quella occasione, ed in particolare alla fine di gennaio 2011, la FAO aveva sconsigliato i Paesi produttori di introdurre restrizioni alle esportazioni per proteggere i propri mercati interni a causa delle probabili ripercussioni sulle quotazioni del mercato internazionale. Adottare, quindi, misure temporanee unilaterali di politica doganale comportano fenomeni distorsivi del mercato, poiché, a fronte della flessione produttiva, viene compressa ulteriormente l'offerta mondiale di materia prima. Alla luce delle esperienze del recente passato, quindi, è auspicabile che tali azioni non siano intraprese nel corso della campagna di commercializzazione appena cominciata.

 

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