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Vendemmia 2012: stimato calo dell'8% e volumi sotto i 40 milioni di ettolitri

Roma, 12 settembre 2012

Siccità e caldo i veri responsabili. Le stime, ormai archiviate le perdite sulle uve precoci, potrebbero però essere riviste al rialzo, grazie alle piogge di settembre che hanno influito sulle uve più tardive soprattutto rosse. Intanto, grazie, alla ridotta presenza di fitopatie, la qualità delle uve si prospetta dal buono all'ottimo con un grado zuccherino superiore alla media.
 
Quella che si sta delineando quest'anno potrebbe veramente essere la vendemmia più scarsa degli ultimi decenni. Al di là, comunque, dei negativi primati statistici il -8% stimato da Ismea e Unione Italiana Vini porterebbe i volumi sotto la soglia psicologica dei 40 milioni di ettolitri.
Quest'anno la causa principale della riduzione non è strutturale, legata ad esempio alle estirpazioni con premio o all'abbandono da parte di operatori non competitivi o ad altre misure dell'Ocm, quali la vendemmia verde.
Siccità e caldo sono i veri responsabili della mancanza di vino nelle cantine italiane. Sul fronte del calendario si è assistito, per lo più, ad un ritorno verso la normalità anche se non sono mancati gli anticipi, sicuramente meno significativi rispetto allo scorso anno.
Le riduzioni sono accentuate nelle regioni del Nord-Est in particolare, con il Friuli che arriva al -21%, il Veneto al 12% mentre Trentino Alto Adige e Emilia Romagna si "limitano" ad un -10%. Anche il Nord-Ovest non scherza con le principali regioni produttrici, Piemonte e Lombardia, per le quali si stima rispettivamente -8 e -15 per cento.
Situazioni alterne nel Centro dove al -10% della Toscana e al -20% dell'Umbria si affiancano produzioni in linea con quelle delle scorso anno sia per Marche che  Abruzzo, mentre solo una lieve flessione è attesa per il Lazio. Da considerare comunque che l'essere sostanzialmente in linea con il 2011 non fa del 2012 un anno abbondante, anzi.
Al Sud, invece, al deciso ridimensionamento della Puglia (-15%), si affianca la ripresa produttiva della Campania e soprattutto della Sicilia. Nell'isola è stato in particolar modo il minor ricorso alla vendemmia verde a portare su terreno positivo le lancette delle stime vendemmiali.
Stime che, ormai archiviate le perdite a volte anche pesanti sulle uve precoci, potrebbero ancora essere influenzate dagli eventi atmosferici.
Le piogge di inizio settembre, infatti, hanno ridato un po' di speranza ai produttori di uve più tardive soprattutto rosse. Ma le cose potrebbero cambiare in peggio se le precipitazioni saranno troppe e soprattutto a ridosso della vendemmia.
Intanto, però, grazie, alla ridotta presenza di patogene, la qualità delle uve si prospetta dal buono all'ottimo con un grado zuccherino superiore alla media.
Bisognerà a questo punto vedere come reagirà il mercato visto che la vendemmia non si presenta scarsa solo in Italia. Dopo la flessione produttiva registrata durante la primavera nell'Emisfero Sud, infatti, anche le cantine del Vecchio Continente potrebbero essere tutt'altro che piene. Per la Francia si stima, infatti, un -16% su base annua mentre per la Spagna, al momento, si calcola un -8%. Previsti cali anche in Austria, mentre la Germania sembra in linea con lo scorso. Fuori dal coro il Portogallo dove sembra esserci una lieve progressione.

 
 

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