Roma, 13 novembre 2012
Nel periodo gennaio-settembre 2012, la spesa agroalimentare delle famiglie italiane (in valori correnti) è cresciuta solamente dello 0,9% su base annua, sintesi di un aumento dello 0,9% per i generi alimentari e dell'1,2% per le bevande. Sul fronte dei volumi acquistati, crescono solamente le bevande (+2,3%), mentre risultano in contrazione i generi alimentari (-0,6%). È quanto emerge dall'elaborazione dei dati del Panel famiglie Ismea/Gfk-Eurisko.
In particolare, la dinamica della spesa è risultata positiva per vini e spumanti (+1,9%), prodotti lattiero-caseari (+2,3%), carne e derivati (+1,2%), ortofrutta (+1,1%) e derivati dei cereali (+0,7%). Risulta in flessione, invece, la spesa per i prodotti ittici (-1,4%) e soprattutto per oli e grassi vegetali (-9,1%).
In volume, diversi comparti agroalimentari registrano una flessione degli acquisti: si va dal -1,2% dei prodotti ittici al -1,6% dell'ortofrutta, fino al -2,9% degli oli e grassi vegetali e al -2,9% dei vini e spumanti. Pressoché stabili gli acquisti di latte e derivati (+0,2%), di carne e derivati (+0,3%), mentre risultano in ripresa gli acquisti dei derivati dei cereali (+1,2%). Tra le bevande, il caldo eccessivo dell'estate 2012 ha portato a +3,7% gli acquisti in volume di acque minerali e a +1,4% quello delle bevande non gassate.
Entrando nel dettaglio dei singoli comparti, l'aumento degli acquisti in volume ha caratterizzato i principali derivati dei cereali: l'incremento è risultato lieve per i prodotti della biscotteria e pasticceria (+0,5%) e per il riso (+0,6%), più intenso per la pasta di semola (+1,3%), favorito dalla flessione dei valori unitari di acquisto, per i sostituti del pane (+1,8%) e per i primi piatti pronti a base di cereali (+3%).
Per carne e derivati, nel periodo gennaio-settembre 2012 prosegue il calo della carne fresca naturale, soprattutto quella bovina, a cui si è aggiunta la flessione della carne fresca elaborata. In questo caso, è stato determinante il -3,4% della suina elaborata, nonostante l'avicola elaborata continui a crescere, anche se a un ritmo meno intenso. In lieve aumento i consumi domestici di uova (+0,4%).
In crescita, inoltre, gli acquisti dell'intera categoria dei derivati della carne, sia a DO (a denominazione di origine, +3%) che non a DO (+3,6%), a testimoniare la crescente propensione all'acquisto verso prodotti a maggiore valore aggiunto, capaci di soddisfare esigenze ulteriori rispetto al semplice bisogno alimentare, come il risparmio di tempo e la praticità nel consumo. L'aumento degli acquisti dei prodotti tipici riflette inoltre l'attenzione delle famiglie italiane verso la tradizione, la genuinità e la qualità del cibo.
Per latte e derivati, come già anticipato, gli acquisti domestici in volume sono risultati praticamente stazionari (+0,2%), mentre il forte aumento dei prezzi medi al consumo ha reso positiva la dinamica della spesa (+2,3%). All'interno del comparto, rallenta il calo dei consumi del latte (-1,1%), grazie al segmento dell'UHT che registra una lieve crescita (+1,2%), mentre persiste il calo del fresco (-4,2%).
In lieve aumento il consumo di yogurt (+0,6%), che continua ad essere interessato da un forte ribasso dei prezzi medi al consumo associabile alle politiche promozionali attuate dalle grandi catene distributive.
Consumi in crescita per il burro e soprattutto per i formaggi e latticini (+3,6% in volume e +5% in valore). In particolare, sono cresciuti sensibilmente gli acquisti domestici di formaggi molli e freschi, grazie alla loro versatilità d'uso, oltre che di duri.
Tra i consumi domestici di ortofrutta, continua a diminuire sia il segmento del fresco (-1,6%) che del trasformato (-1%). Tra la frutta fresca, la flessione è alquanto generalizzata (tra i prodotti più importanti, si segnala il -4,1% delle arance, il -2,3% delle mele e il -1,2% delle pere); in calo anche gli ortaggi e legumi e le patate. In controtendenza, le insalate e gli ortaggi di IV gamma che, nonostante la crisi economica, continuano a registrare un incremento a due cifre negli acquisti in volume.
Tra i consumi di prodotti trasformati, conferma una certa vivacità la domanda di confetture e marmellate, conserve di ortaggi e legumi in scatola. Continuano a diminuire, invece, gli acquisti domestici delle conserve di pomodoro. Da un lato, quindi, complice la crisi economica, le famiglie italiane tendono a rinunciare a prodotti ritenuti non indispensabili nel consumo quotidiano quale frutta e ortaggi freschi, fonti anche di facili sprechi data la deteriorabilità dei prodotti. Dall'altro lato, la richiesta di alto contenuto di servizio porta a comunque a prediligere alcune categorie di prodotto, nonostante il più alto livello di prezzo medio di acquisto.
Riguardo il comparto ittico, le famiglie hanno diminuito sensibilmente gli acquisti del fresco (-3,4%), mentre hanno incrementato i consumi dei prodotti trasformati (+2,4%), trainati dal tonno in scatola e dai surgelati ittici (rispettivamente +2,6% e +2% su base annua).
Il calo dei volumi domandati di oli e grassi vegetali ha caratterizzato in particolar modo il segmento dell'olio sfuso e, tra il confezionato, l'olio di oliva normale, a favore dell'extravergine, i cui acquisti, trainati dalle politiche promozionali messe in campo dalla Gdo, continuano a crescere (+1,4% su base annua). Tra i prodotti sostitutivi dell'olio di oliva, si evidenzia la flessione degli oli di semi e la crescita della margarina.
Tra le bevande, la flessione degli acquisti ha caratterizzato soprattutto i vini (-3%), a fronte di un aumento della spesa (+2,1%), dato il rialzo generalizzato dei prezzi medi al consumo. Di lieve entità, invece, la flessione degli acquisti di spumanti (-0,5%). Aumentano i consumi domestici delle altre bevande alcoliche, in particolare la birra, mentre tra le analcoliche, i maggiori acquisti di acque minerali e bevande non gassate hanno più che compensato la flessione accusata dalle bevande gassate e dai succhi di frutta.