Roma, 24 settembre 2012
Continua la crescita della domanda di prodotti biologici confezionati nella GDO. Secondo i dati del Panel delle famiglie Ismea/GFK-Eurisko, i consumi domestici sono cresciuti sia nel 2011 che nella prima metà del 2012 (+9% circa nel 2011 e +6,1% nel primo semestre 2012).
La tendenza del 2011 è dipesa in modo particolare dagli aumenti fatti registrare dai prodotti lattierocaseari, le uova, i biscotti, i dolciumi, gli snack e le bevande analcoliche. Nel primo semestre 2012 continuano a crescere le bevande analcoliche, i biscotti, dolciumi e gli snack ed in misura minore i derivati del latte bio.
Nel 2011 e nel primo semestre 2012 i consumi domestici di prodotti biologici confezionati aumentano in valore in quasi tutte le aree geografiche. Crescono in particolare nei primi sei mesi dell'anno in corso gli acquisti nel Nord Est (+14,2%) e nel Centro (+11%).
L'incremento dei consumi di biologico è supportato anche da un aumento del numero di famiglie acquirenti e della penetrazione, passata dal 71,5% del 2010 al 75,5% del 2011. In progresso a livello nazionale anche il ricorso ad un più ampio assortimento di prodotti bio.
Le caratteristiche sociodemografiche del tipico consumatore bio non sono mutate rispetto agli scorsi anni: residenza al Nord Ovest, in famiglie poco numerose, responsabile acquisti più o meno giovane, classe socio-economica medio-alta. Tuttavia è possibile delineare dei sotto-profili (alto, medio, basso acquirente ed acquirente occasionale) che hanno caratteristiche ed orientamenti più specifici. Gli acquirenti più fidelizzati, secondo le rilevazioni Ismea, contribuiscono ai consumi di biologico per un 70%, mentre quelli occasionali o con bassa frequenza di acquisto per il restante 30%.
L'acquirente medio di prodotti biologici sembra ben adattarsi agli orientamenti del consumatore moderno, confermati anche da una recente indagine della Commissione Europea che in una sua sezione indaga sulla conoscenza dei cittadini europei dei marchi di qualità riconosciuti dalla Ue.
L'indagine infatti evidenzia un maggiore orientamento del consumatore verso i loghi che identificano il rispetto dell'ambiente e i principi etici e solidali. Il consumatore italiano dimostra una conoscenza del logo biologico in linea con la media Ue, ma tale conoscenza è più elevata in nazioni nostre concorrenti come la Francia e la Germania.