Roma, 8 marzo 2013
La minore presenza di carne bovina nella borsa della spesa delle famiglie italiane ha significativamente inciso sulle dinamiche produttive del comparto anche nel 2012. Dopo la contrazione già registrata nell'anno precedente - secondo i dati Istat - il 2012 è stato, infatti, caratterizzato da una generalizzata flessione dell'offerta di carne bovina (-4,3% in peso morto). Le riduzioni produttive più significative si sono rilevate per la categoria dei vitelloni (-5,3% in complesso), interessando esclusivamente i capi maschi.
Anche per i vitelli la contrazione delle macellazioni è stata decisa (-4,7%). Per le altre categorie meno pregiate, la tendenza negli acquisti domestici verso carni a basso costo ha fatto registrare un aumento della produzione, come nel caso delle vacche di fine carriera (+2,7% peso morto).
La produzione di carne bovina è complessivamente diminuita soprattutto in conseguenza della sensibile contrazione delle importazioni di capi vivi sia da allevamento sia da macello (in totale -19% nei primi undici mesi del 2012); in calo anche l'import di carni fresche e refrigerate (-7% nel periodo gennaio-novembre).