Nel periodo 2007-2012 il credito agrario ha subìto un'erosione media annua di tre punti percentuali, che sintetizza un andamento dapprima crescente e quindi negativo a partire dal 2011.Questo il risultato che emerge dall'analisi dei dati di fonte SGFA sulle erogazioni bancarie concesse agli operatori agricoli. Tale evoluzione evidenzia che anche il settore primario ha sofferto del credith crunch che ha colpito l'Italia a partire dalla fine del 2011, come segnalato dal governatore della Banca d'Italia agli inizi del 2012.
La stretta creditizia di fatto si staglia in un più ampio e complesso scenario economico-finanziario, caratterizzato da una profonda crisi di sistema di difficile soluzione. Cambiano di conseguenza le esigenze finanziarie delle imprese agricole e il loro fabbisogno di finanziamento esterno. Infatti, se nel periodo osservato il credito agrario risulta complessivamente in flessione, per singole componenti presenta andamenti divergenti: in crescita le linee di credito di breve periodo, in flessione quelle di medio, pressoché stazionarie quelle di lungo. Il credito di breve è aumentato perché è cresciuta l'esigenza di finanziare l'attività ordinaria dell'impresa, a detrimento delle iniziative di investimento.
L'analisi territoriale dei dati mostra poi che dal 2007 al 2012 la flessione del credito agrario è stata esclusivamente determinata dalle forti contrazioni avutesi al Centro Italia e nell'area del Mezzogiorno. Nelle regioni del Nord, di converso, le erogazioni bancarie al settore primario, nello stesso periodo, hanno complessivamente registrato una crescita. Tali dinamiche contrapposte, in un contesto nazionale complessivamente negativo, hanno fatto sì che l'importanza relativa delle aree del Nord si accrescesse a discapito di quella delle regioni del Centro-Sud.