Roma, 14 febbraio 2014
Peggiora il deficit della bilancia commerciale nel settore della carne e delle preparazioni suine, nonostante la buona performance delle vendite oltre frontiera dei salumi made in Italy. I dati degli scambi con l'estero relativi ai primi 9 mesi dell'anno evidenziano infatti un saldo negativo di 728 milioni di Euro, in peggioramento di 106 milioni di euro sullo stesso periodo del 2012.
Nel periodo gennaio - settembre dello scorso anno, emerge della elaborazione Ismea su dati Istat, l'Italia ha importato dall'estero suini vivi, carni e preparazioni per un controvalore di oltre 1,6 miliardi di euro, circa l'8% in più su base annua, a fronte di introiti pari 915 milioni di euro, in moderato incremento sul 2012 (+2,2%). Ragionando in termini quantitativi emerge chiaramente che, nell'aggregato, a crescere sono state solamente solo le importazioni (+3,2%), mentre l'export ha subito una battuta d'arresto (-2,5%).
Più nel dettaglio, relativamente ai due segmenti di mercato per i quali l'Italia registra un forte grado di dipendenza dall'estero, quali suini vivi e carni fresche, refrigerate, congelate, nel periodo in esame si è registrata una dinamica divergente: è risultato in contrazione l'import in volume per i suini vivi (-9,5%) e in crescita quello delle carni (+3,2%).
Per le preparazioni la performance è risultata invece positiva e in miglioramento rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2012. Le esportazioni - fortemente concentrate su carni disossate secche, affumicate e salsicce e salami - sono aumentate del 2,6% in volume e del 4,4% in valore, caratterizzandosi per una maggiore dinamicità verso i Paesi extra UE. Le importazioni - che interessano per la quota maggiore cosce fresche - sono cresciute limitatamente all'UE, principale area di approvvigionamento della domanda nazionale.
Ne consegue, per il segmento delle preparazioni di carne suine, un attivo di bilancio pari a 675 milioni di euro, con un incremento su base tendenziale del 3,4%.