Bruxelles, 19 marzo 2014
Per il prossimo decennio, la zootecnia da carne in Europa dovrebbe registrare un recupero sia sul fronte produttivo sia dal lato dei consumi, seppure con andamenti differenziati tra i diversi comparti. È quanto si evince in sintesi dall'Outlook di medio periodo diffuso dalla Dg Agricoltura della Commissione Europea.
Secondo le prospettive a medio termine al 2023, si prevede infatti che il settore sarà stimolato da una forte domanda a livello mondiale, sostenuta da un miglioramento delle condizioni economiche generali. In Europa, le prospettive di una ripresa dovrebbero riflettersi positivamente sul reddito disponibile dei consumatori, incoraggiando un incremento dei consumi di carne, che proprio nel 2013 hanno toccato il livello più basso degli ultimi 11 anni in termini di consumo pro-capite (64,7 Kg). Le stime al 2023 prevedono un recupero dei consumi che dovrebbero attestarsi sui 66,1 kg pro-capite in linea con i livelli del 2011, grazie soprattutto al contributo dei nuovi Stati Membri (cosiddetti N13).
Per il prossimo decennio si conferma una maggiore dinamicità per le carni di pollame, in virtù di prezzi competitivi e di una immagine di maggiore salubrità rispetto alle altre tipologie di carni, anche se il maiale si prevede rimarrà in cima alle preferenze degli Europei. I tagli bovini e ovini sono attesi invece in calo sia in termini assoluti sia in termini relativi.
A livello produttivo, le stime elaborate dalla Commissione Europea prevedono per il segmento bovino una flessione della produzione di carne di circa il 7% nel 2023, rispetto alla media del triennio base 2010-2012, attestandosi intorno ai 7,6 milioni di tonnellate (peso carcassa). Tale decremento è attribuibile principalmente allo sviluppo della mandria da latte, che rappresenta circa i due terzi delle consistenze bovine in Europa.
Per quanto concerne, invece, la carne di maiale, dopo due anni di contrazione per effetto dell'entrata in vigore delle norme sul benessere degli animali, la produzione è attesa in crescita nel 2023 a 23,4 milioni di tonnellate (peso carcassa). Si tratta di un incremento di modesta entità (+2,8% rispetto alla media del triennio 2010-2012), a causa delle direttive in materia ambientale che potrebbero vincolare significativamente la perfomance di alcuni dei principali Paesi produttori (Paesi Bassi e Francia).
Un incremento più sostenuto è atteso per il pollame, la cui produzione dovrebbe crescere ad un ritmo dello 0,8% medio annuo nel periodo in esame, sino a raggiungere 13,6 milioni di tonnellate nel 2023.
Dovrebbe, infine, decelerare il declino del settore ovino, rispetto alla dinamica osservata nello scorso decennio, grazie ad una attesa stabilità dei prezzi di mercato.