1. Vai ai contenuti
  2. Vai al menu principale
  3. Vai al menu di sezione
  4. Vai al footer
Ismea Mercati
Home > Carni > Carne bovina > News e report > Ultime dal settore > 2014 > Aprile > Indagine sulla redditività degli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia
Contenuto della pagina

Carne bovina - Ultime dal settore

Indagine sulla redditività degli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia

Costi superiori ai prezzi di vendita, con le erogazioni Pac che svolgono un ruolo importante nel sostegno del reddito degli allevatori.. È lo scenario che emerge da un'indagine Ismea - CRPA sugli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia, condotta nell'ambito dell'Osservatorio economico della zootecnia da carne finanziato dal Ministero delle politiche Agricoli Alimentari e Forestali e istituito presso l'Ismea.
L'indagine analizza i risultati della rilevazione dei costi e dei ricavi di un campione di 27 aziende specializzate nel segmento del vitellone da ingrasso (razza Piemontese, Garonnese, Charolais, Limousine e incroci) e distribuite in Veneto e Piemonte.
Il costo dell'allevamento calcolato in riferimento all'esercizio 2012 e comprensivo di tutte le spese sostenute: dai costi diretti (acquisto dei capi da ristallo, alimentazione, energia, spese veterinarie e assicurative, materiali) al costo della manodopera (salariata e famigliare) e agli ammortamenti ed interessi passivi, è compreso - si evince dall'analisi - da un minimo di 265,76 €/100kg di peso vivo prodotto nel caso del campione di aziende venete a un massimo di 327,24 €/100 kg per gli allevamenti di vitellone piemontesi.
In tutte le aziende del campione, sottolinea l'Ismea, i prezzi di vendita del bestiame non riescono a coprire tutti i costi. Mediamente il prezzo medio spuntato al macello si aggira attorno al 90% del costo calcolato, con minimo dell'82% nel caso degli allevamenti di vitelloni piemontesi di più piccola dimensione, risultando pertanto insufficiente a remunerare pienamente la manodopera e il capitale investito.
Il margine diventa positivo, anche se comunque molto esiguo, per la maggior parte delle aziende del campione, solamente grazie ai contributi comunitari, comprensivi sia del pagamento unico disaccoppiato che del sostegno specifico alla macellazione rimasto accoppiato. Più nel dettaglio, conclude l'Ismea, le erogazioni PAC hanno garantito nell'anno in esame un ricavo massimo stimabile attorno al 105% del costo medio sostenuto per gli allevamenti di dimensioni più elevate a fronte di margini di profitto che rimangono negativi per le aziende più piccole (97%).

 
 

Ultime dal settore