Bruxelles, 21 luglio 2014
Per il settore lattiero caseario comunitario si prospetta un biennio molto positivo. In base alle recenti previsioni della Commissione Ue, la produzione di latte dovrebbe aumentare del 2,8% nel 2014 e del 2,3% nel 2015, trainata dalla dinamicità delle esportazioni dei prodotti trasformati - latte in polvere in primis - e dalla crescita dei consumi interni, soprattutto da parte dei nuovi Stati Membri.
Dopo la fine del regime delle quote, fissato per marzo 2015, i principali driver della produzione di latte saranno rappresentati dai prezzi alla stalla e all'ingrosso e dalla condizioni climatiche; tuttavia, un ruolo non secondario sarà svolto anche da altri fattori, quali i vincoli ambientali, la disponibilità di terreno (in competizione con altri settori produttivi) e, non ultimo, le strategie di investimento attuate dall'industria di trasformazione.
La maggiore disponibilità di materia prima nell'Ue-28 sarà impiegata nella produzione di latte in polvere, al fine di soddisfare la crescente richiesta internazionale. In particolare, la produzione e le esportazioni di latte scremato in polvere sono attese in aumento rispettivamente del 10% e del 27% nel 2014 e del +8% e +19% nel 2015; anche per il latte intero in polvere è stimata una produzione in aumento (+3% nel 2014 e +2% nel 2015) e in questo caso a trainare non sarà solo l'export (+5% nel 2014 e +2% nel 2015), ma anche la crescente domanda interna proveniente dall'industria dolciaria.
Anche per i formaggi e per il burro è atteso un aumento dell'offerta (rispettivamente +1,6% e +2,5% nel 2014), grazie alla forte domanda di export e ai maggiori consumi interni. In dettaglio, per quanto riguarda i formaggi è stimata una crescita del consumo pro capite soprattutto nei Paesi Ue-N13, dove i livelli sono ancora significativamente più bassi rispetto a quelli dei Paesi Ue-15; per il burro, invece, le positive aspettative sulla domanda domestica (+3% nel 2014 e 2% nel 2015) appaiono legate alla campagna informativa contro l'impiego olio di palma che dovrebbe incentivare l'uso di grassi del latte da parte dell'industria.
I prodotti freschi, principalmente latte alimentare e yogurt, hanno prospettive di crescita meno favorevoli, poiché, oltre al fatto che il mercato interno è ad un livello alto di saturazione, le potenzialità esportative sono decisamente limitate in considerazione della ridotta shelf-life, ad eccezione delle vendite di latte Uht.