Roma, 22 settembre 2014
Il giro di boa di metà anno consegna un bilancio decisamente positivo per l'export della spumantistica italiana, con un incremento di quasi il 16% in valore (+20% i volumi spediti oltre frontiera). Meno effervescente l'andamento complessivo dei vini e mosti, la cui crescita si è limitata a un più 1,5% in valuta, in presenza di un aumento quantitativo di poco sotto all'1%.
Una progressione, sottolinea l'Ismea, che in termini di fatturati si rivela molto più contenuta rispetto ai ritmi di crescita espressi dal settore negli ultimi anni, ma che risente inevitabilmente della prolungata discesa dei prezzi all'origine dei vini comuni.
A esserne più colpiti sono naturalmente i vini sfusi che, incalzati dalla concorrenza spagnola, hanno chiuso il semestre con una riduzione degli introiti del 18% (-2% le quantità) per effetto di un crollo di oltre il 30% dei fatturati in Germania, nostro principale acquirente nel segmento.
Meglio i confezionati che registrano un passo in avanti delle esportazione in valore del 3% con un aumento di un punto percentuale dei volumi inviati, sintesi della buona performance sul mercato tedesco (+6% in valuta) mitigata dal rallentamento delle spedizioni alla volta degli Stati Uniti (+1% sempre in valore), principale mercato di sbocco della categoria.
Tornando alle bollicine, l'incremento dell'export, maturato esclusivamente nella voce "altri spumanti Dop" tra le cui fila milita il Prosecco, è stato determinato dalla forte crescita nel mercato statunitense (+12% gli incassi) e britannico (+40%). In particolare il Regno Unito, segnala Ismea, nel semestre in esame ha assunto la leadership tra i Paesi clienti dello spumante targato made in Italy.