Roma, 10 aprile 2015
Con la Pasqua caduta il 5 aprile il mercato degli agnelli nel corso del primo trimestre 2015 ha già presentato tutte quelle peculiarità proprie del settore con i fisiologici aumenti di prezzo, sottraendo di fatto una quindicina di giorni rispetto alle contrattazioni avvenute nella Pasqua del 2014. In termini quantitativi tale anticipazione ha determinato una ridotta disponibilità di prodotto sufficientemente maturo, influenzata oltremisura anche da un ritardo nei parti. A fronte di una domanda in linea con le aspettative, le contrattazioni a ridosso delle festività hanno mostrato un netto recupero dei listini, segnando rispetto ai valori raggiunti nella Pasqua dello scorso anno il 7% in più. Dal punto di vista qualitativo l'offerta di prodotto nazionale mostra buoni livelli, anche se la presenza massiccia di prodotto estero, comunque commercializzato sul nostro mercato, ha limitato di fatto le fluttuazioni di prezzo della carne locale.
Sul fronte del commercio estero per il periodo gennaio-dicembre 2014 si segnala un aumento in quantità delle importazioni sia di animali vivi che di carni ovicaprine, rispettivamente pari al +7% e +1% rispetto al 2013. Il principale fornitore di carni risulta essere il Regno Unito, che nel corso del 2014 ha rappresentato il 19% in volume e il 20% del mercato in valore. A tale proposito si segnala l'entrata in vigore dal 1 aprile dell'obbligo di indicare in etichetta il luogo di allevamento anche per le carni ovi-caprine, così come indicato nel regolamento europeo 1337/2013. Tale obbligatorietà trovandosi a ridosso delle festività pasquali non ha mostrato appieno i propri effetti sul mercato.