Nella campagna 2015-16 gli investimenti a frumento vengono stimati dall'International Grains Council in lieve progressione a poco meno di 225 milioni di ettari (+0,3% sul 2014); in tal modo, assumendo condizioni climatiche nella norma e valori medi dell'ultimo quinquennio delle rese ad ettaro, i raccolti mondiali di frumento nel 2015 sono proiettati a 709 milioni di tonnellate, -1,4% sul precedente anno. La dinamica produttiva territoriale evidenzia una crescita dei raccolti nel Nord America e in Australia ed una contrazione in Russia e Ucraina; in questi paesi vengono segnalati esiti produttivi pressoché stabili per il frumento invernale e un calo degli investimenti per quello primaverile determinato degli alti costi degli input di produzione. In flessione risulta anche l'offerta di frumento nella Ue a 147,2 milioni di tonnellate (-5%), questo risultato viene prospettato in considerazione della sostanziale stabilità degli investimenti a poco meno di 27 milioni di ettari, cui corrisponderebbe, dopo i livelli record della scorsa annata, il calo del 5% dei rendimenti unitari ad ettaro. Con specifico riferimento al frumento duro, è da evidenziare, a livello mondiale, una crescita dei raccolti a poco più di 36 milioni di tonnellate (+11%), in ragione dei maggiori investimenti favoriti da un mercato decisamente più attrattivo negli ultimi mesi.
Per il mais, le indicazioni IGC sono per una flessione dell'1% delle superfici che dovrebbero attestarsi intorno a 173 milioni di ettari nel 2015-16, considerando poi condizioni climatiche nella norma e applicando la resa media degli ultimi cinque anni (5,4 t/ha in flessione rispetto al record della precedente annata pari a 5,7 t/ha), si dovrebbero raggiungere 941 milioni di tonnellate di granella (-5%). In linea generale, la caduta dei prezzi della granella di mais e la conseguente riduzione dei margini di profitto sta determinando lo spostamento verso colture territorialmente competitive e al momento più remunerative, in particolare la soia. E' quanto viene evidenziato soprattutto per gli USA, dove le scelte di investimento dagli agricoltori hanno determinato una più consistente contrazione delle superfici a mais, -2% a 33 milioni di ettari, il livello più basso dal 2010; i raccolti statunitensi dovrebbero così registrare un calo dell'8% a 331 milioni di tonnellate.