Roma, 27 aprile 2015
Le ridotte disponibilità di oli
di oliva, anche tra i lampanti e i raffinati, stanno continuando a influenzare
gli scambi e le quotazioni soprattutto sulle piazze spagnole, riflettendosi sugli
altri centri di contrattazione.
Lo rivela l'Ismea nell'Overview
sui mercati agroalimentari di questa
settimana, in cui preannuncia una probabile ulteriore correzione al rialzo dei
listini (specialmente per i prodotti di minor pregio), già posizionati su
livelli molto elevati. Stessa situazione in Tunisia, dove le aspettative
restano prevalentemente rialziste in sintonia con le dinamiche in atto a
livello europeo.
Sembra intanto proseguire la situazione di calma piatta sui mercati vinicoli, con quotazioni
stazionarie ad eccezione dei bianchi comuni spagnoli, in marginale
miglioramento, ma venduti a prezzi fortemente competitivi rispetto ai vini
italiani. Questi ultimi, al contrario, potrebbero subire lievi correzioni al ribasso,
in un mercato privo di spunti sul fronte delle richieste e penalizzato da una qualità
dei prodotti non del tutto soddisfacente.
Per gli ortaggi, a fronte
di un graduale e fisiologico assestamento al ribasso dei prezzi di carciofi,
asparagi, zucchine e melanzane, atteso anche questa settimana, si rileva una
inconsueta tenuta per patate novelle e meloni, con il mercato che resta in
questa fase presidiato solo dal prodotto siciliano. Pomodori e peperoni
mantengono un trend al rialzo, mentre i prodotti
frutticoli sembrano in prevalenza orientati a replicare le ultime
quotazioni, in un contesto di prezzi stazionari soprattutto per mele e kiwi. Da
rilevare che gli arrivi dai paesi dell'Emisfero australe stanno subendo alcuni
ritardi, favorendo implicitamente le produzioni italiane. Riguardo alle residue
disponibilità di pere, si ravvisano condizioni favorevoli per lo smaltimento
sia in Italia che all'estero, con possibili rincari per la varietà Abate fetel
destinata in prevalenza all'esportazione.
Scambi regolari con prevedibili ulteriori riduzioni dei prezzi per le
fragole, anche a seguito dell'entrata in produzione degli areali emiliano-romagnoli
e dell'avvio, ormai imminente, delle operazioni di raccolta nel Veronese che
rappresenta il principale polo produttivo del Nord Italia. Da segnalare,
inoltre, l'aumentata pressione del prodotto di importazione, essenzialmente
spagnolo, venduto a prezzi competitivi anche nell'esigenza di superare problemi
di conservazione.
Per la frutta estiva si delinea un quadro produttivo complessivamente
più scarso per le albicocche, con i raccolti europei stimati in calo del 4%
(fonte Europech) a seguito di alcuni danni da pioggia e freddo registrati nel
pieno della fioritura. Al contrario dovrebbe aumentare dell'1% la produzione Ue
di pesche, nettarine e percoche, mentre appare regolare la situazione in Italia
per le ciliegie, ormai in fase di allegagione.
Nel comparto zootecnico resta orientato al ribasso il mercato dei suini da macello, nonostante l'offerta
relativamente contenuta. Il lungo fine settimana, in coincidenza con la
festività del primo maggio, potrebbe imprimere una spinta all'attività di macellazione,
ma sul circuito delle carni gli operatori restano prudenti, in presenza di
stock europei ancora rilevanti per le mancate vendite in Russia. Nell'Ue
l'operazione di ammasso privato delle carni suine continua a buon ritmo, con la
Spagna (Catalogna in primis) leader per quantità di contratti.
Per il bestiame bovino - prosegue l'analisi Ismea - i mercati dovrebbero confermare una situazione
di calma generale, in un contesto di prezzi stazionari e in previsione di
un'attività di macellazione in "stand by". Le carni continueranno invece a
subire le interferenze dei tagli di importazione, soprattutto francesi,
penalizzate inoltre dalle intenzioni della grande distribuzione di
intensificare le vendite in promozione.
Si profila un quadro di
graduale miglioramento per il pollame, grazie a una domanda in lieve
ripresa che garantisce una sostanziale tenuta dei corsi, mentre tenderanno a
peggiorare ulteriormente gli sviluppi mercantili per i conigli e le uova, in
una fase di riduzione dei consumi in linea con i normali andamenti stagionali.
Riguardo ai lattiero caseari,
le prospettive restano orientate a un leggero miglioramento delle quotazioni
per i formaggi grana, con buone richieste da parte degli stagionatori/grossisti
soprattutto in previsione di una migliore attività di esportazione. Nel mese di
febbraio le consegne di latte in Italia hanno fatto segnare il primo
arretramento da inizio campagna (-1,7% rispetto allo stesso mese del 2014),
anche se in undici mesi (da aprile 2014 a febbraio 2015) hanno accumulato una
crescita del 2,6% su base annua. Il prezzo del latte crudo alla stalla non
dovrebbe comunque subire ulteriori scossoni in Italia, mentre sui circuiti
internazionali prosegue la flessione per burro e latte in polvere, in un
mercato che fatica a trovare un punto di equilibrio.
Per i cereali, infine,
Ismea conferma la riduzione dei prezzi del grano duro, scesi ormai sotto la
soglia dei 300 euro alla tonnellata e attesi ancora al ribasso. I mercati
manterranno un trend negativo anche per frumento tenero e mais, mentre i semi
di soia, in questa fase stazionari, subiranno a breve le pressioni dell'offerta,
con l'arrivo ormai imminente dei raccolti brasiliani e argentini.
A cura della Direzione Servizi per il Mercato - Ismea