L'evoluzione del quadro congiunturale presenta, a livello internazionale, ancora caratteri di forte discontinuità sui quali stanno avendo un'influenza crescente le asimmetrie che in questa fase contraddistinguono la geografia della crescita, con i Paesi emergenti (Brasile e Russia, in particolare, e in misura minore la Cina) più esposti a un rischio di instabilità rispetto a inizio anno.
I segnali ancora contrastanti, associati ai movimenti finanziari e valutari indotti dal nuovo corso della politica monetaria in Usa (la Federal Reserve sembra ormai orientata a un aumento dei tassi di interesse, forse già in autunno), stanno aumentando l'incertezza sugli sviluppi dell'economia mondiale, generando un clima di maggiore scetticismo e qualche prima revisione al ribasso delle previsioni di crescita per il 2015. Parla di "ripresa fragile", per le troppe incognite globali, anche il Fondo monetario internazionale che in Europa, in particolare, ravvisa ancora diversi elementi di vulnerabilità, ad iniziare dall'elevata disoccupazione.
In tale contesto l'economia italiana, dopo il timido risveglio riscontrato nel primo trimestre 2015, sta faticando a ritrovare l'abbrivio necessario a consolidare la crescita già dal prossimo anno. E anche il settore agroalimentare, dopo l'evoluzione positiva osservata all'inizio di quest'anno, sta dando segnali di decelerazione e, in taluni casi, di frenata, soprattutto in relazione alla dinamica dell'attività industriale e a quella dei consumi interni.