25 novembre 2015
Dopo il crollo delle importazioni
cinesi, nella fase attuale, il nuovo impulso della domanda USA, sostenuta da
misure governative, ripresa dei consumi interni e cambio favorevole, rappresenta
il principale driver del mercato lattiero caseario mondiale.
Nei primi nove
mesi del 2015, infatti, l'import statunitense ha evidenziato ritmi di crescita
consistenti (+142% per il burro; +25% per i formaggi e +46% per il latte intero
in polvere) e questa dinamica sta contribuendo ad alleggerire il mercato UE. In
particolare, le esportazioni comunitarie di formaggi stanno progressivamente
recuperando - gli USA sono divenuti il primo mercato di sbocco - mostrando un
assottigliamento della variazione negativa rispetto allo scorso anno ( -5% nel
confronto con gennaio-settembre 2014). I prezzi dei formaggi cominciano a
risalire nei principali centri di scambio europei, in particolare l'Edamer
tedesco, mentre il mercato continua ad essere depresso per le polveri che subiscono
la contrazione della domanda cinese e la competitività dei prodotti
neozelandesi.
Anche per i formaggi italiani la crescita
del mercato a stelle e strisce sta
rappresentando una significativa opportunità, anche in considerazione del lento
recupero della domanda domestica.
Nei primi otto mesi del 2015 l'export di
formaggi e latticini è aumentato complessivamente del 10% in volume e del 4% in
valore e la crescita delle vendite negli Stati Uniti è stata nettamente
superiore alla media (+23% in volume e +27% in valore), facendo registrare
anche un recupero dei prezzi medi all'export. Particolarmente performante il
flusso esportativo verso gli USA che sta interessando il Pecorino Romano (+22%
in volume e +45% in valore nel periodo gennaio-agosto 2015); crescita
eccezionale, poi, anche per i formaggi grattugiati italiani (+78% in volume e
+97% in valore) cui si affiancano Grana e Parmigiano (+29% in volume e +15% in
valore).