Roma, 15 aprile 2016
In leggera ripresa rispetto a febbraio (+1,0%), la tendenza dei prezzi agricoli resta comunque deflativa (-11,1 % su base annua). Dinamica meno accentuata secondo l'indice core (-7,8 % annuo).
Nel mese di marzo i prezzi dei prodotti agricoli italiani restano su livelli bassi. L'indice dei prezzi agricoli alla produzione, elaborato dall'Ismea, ha registrato nel mese scorso un valore pari a 105,9 (base 2010=100), segnando quindi, nonostante la lieve ripresa dell'1% rispetto al mese precedente, una flessione del -11,1 % rispetto al livello dei prezzi di marzo 2015.
La dinamica negativa si riflette, seppur in maniera minore, anche sui prezzi al consumo di beni alimentari e bevande inclusi alcolici, il cui Indice calcolato dall'Istat (FOODXT) registra variazioni negative del -0,1% rispetto a febbraio e del -0,3% su base annua.
Anche in questo mese è risultata determinante nella flessione dei prezzi al consumo la voce dei beni alimentari non lavorati, che a marzo ha riportato una variazione pari al -1% rispetto allo stesso mese del 2015.
L'Indice core - elaborato dall'Ismea escludendo i gruppi di prodotti "ortaggi" e "frutta fresca" - conferma questa tendenza deflativa significativa scendendo nel mese di marzo a quota 109,6 (2010=100). Registra quindi una contrazione congiunturale (-0,4%) e un andamento negativo dei prezzi pari a -7,8% rispetto marzo dell'anno scorso. Quindi depurando l'indice dei prezzi agricoli dalle dinamiche dei prodotti fortemente influenzati da fattori stagionali (e conseguentemente caratterizzati da grandi oscillazioni di prezzo) la tendenza deflativa di fondo risulta meno accentuata.
Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti vegetali, i dati di marzo mostrano una situazione deflativa (-16,5% su base annua), nonostante la lieve ripresa congiunturale (+1,3% rispetto a febbraio).
In particolare, il calo tendenziale riflette soprattutto la flessione dei prezzi della frutta e degli olii e grassi vegetali (rispettivamente pari a -30,1% e -30,7% su base annua), ma anche il calo più contenuto delle quotazioni dei cereali e dei semi oleosi (-13,0% e -13,6%). In flessione anche le quotazioni dei vini (-2,4% su base annua), trascinate in basso dai vini comuni e dai vini Igt. L'unico dato positivo su base annua per il comparto vegetale è dato dalle colture industriali (8,8%).
Per quanto riguarda l'aspetto congiunturale tutte le coltivazioni riportano variazioni nulle o negative, ad eccezione degli ortaggi e legumi che registrano un +13,9% rispetto a febbraio.
Anche relativamente al comparto zootecnico la dinamica resta deflativa (-4,2%) nonostante una situazione congiunturale nel complesso favorevole (0,5%). Il dato tendenziale riflette le variazioni annue negativa per tutti i settori ma in particolare per i prezzi delle uova che segnano un -22,0% rispetto a febbraio 2015.
Per quanto riguarda la congiuntura, il dato positivo dei prodotti zootecnici è dovuto esclusivamente all'aumento dell'1,6% dei prezzi degli animali vivi.
il comparto zootecnico la congiuntura si rivela nuovamente sfavorevole (-1,8% rispetto a gennaio) e la tendenza resta deflativa (-3,1%), con cali diffusi tra il bestiame vivo (-2,5% in media su base annua), uova (-22,3% sempre rispetto a febbraio 2015) e lattiero caseari (-1,5%).